Che i Killing Joke siano stati una delle band fondamentali del panorama post-punk ed uno dei gruppi più seminali della cultura rock contemporanea è fuori dubbio. Fin dagli esordi, con l'album omonimo, Jaz Coleman e Geordie Walker si imposero all'attenzione generale per essere riusciti a superare la svolta e la morte del punk originario senza cedere del tutto alle facili tentazioni della new wave britannica che strizzava l'occhio al pop o sposava l'ostentata estetica gotica. Con acume geniale e una padronanza originalissima delle strutture ritmiche, i Killing Joke riuscirono a miscelare l'energia domata del punk medesimo con suggestioni suburbane e tribali di un livello culturale sicuramente più elevato.
In mezzo a più o meno sinistri tentativi di canonizzare le nuove tendenze da parte di molte band, Coleman e soci si tirarono fuori da ogni corrente e iniziarono un percorso evolutivo che a tutt'oggi resta unico in quel contesto, sebbene spesso ignorato o sottovalutato da pubblico e critica. I loro dischi di quarant'anni fa suonano oggi ancora attuali e seducenti, convincendoci che il loro motto (Semper Imitatum Numquam Idem) sia stato adottato senza presunzione. I Killing Joke sono stati indubbiamente tra i padri fondatori di svariati filoni del nuovo millennio.
Night Time, scritto e realizzato nel 1984, uscì sul mercato l'anno successivo e rappresenta quasi certamente il loro parto più celebre, soprattutto in virtù del singolo Love Like Blood che divenne una sorta di anthem del dark rock britannico. Piazzandosi bene anche nelle charts non specializzate, si trascinò dietro il resto dell'album, ovvero altre sette canzoni dotate di una coesione e di una potenza per quei tempi esaltanti. Riff di chitarra di cui non ci si stanca mai, ritornelli dove la melodia va a nozze con una rabbia liberatoria, testi ridondanti di riferimenti politici, storici, sociali, sessuali ed esoterici.
Di questa rifondazione degli stilemi del rock che i Killing Joke operarno nella prima metà degli anni '80 Night Time magari non costituisce il capitolo basilare, ma fu quello che ne tirò le somme e che rese fruibile a una più larga platea. Pensiamo che comunque il tema del granitico brano di chiusura Eighities fu copiato di sana pianta dai Nirvana - in versione blanda - per Come As You Are (con un postumo accomodamento della causa per plagio). Un tributo non da poco, leggendolo con la prospettiva che il grunge ebbe a sua volta una rilevanza cruciale. Ma pensiamo anche a nomi come NIN o Korn, tutti debitori agli spunti stilistici che i Killing Joke tirarono fuori dal cilindro prima del 1985.
Oltre alle già citate Love Like Blood e Eighties, amo ricordare la gloriosa Europe, l'acidissima Tabazan, l'apocalittica Darkness Before Dawn e la malinconica Multitudes, veri gioielli che rendono questo album sempre godibile anche dopo innumerevoli ascolti. La voce stentorea e ruvida di Jaz Coleman non perde mai l'accento di una rabbiosa disperazione che sembra invocare la giustizia di un destino trascendente. Le sue tastiere sottili e.mai invadenti percorrono il flusso ritmico delle corpose chitarre di Geordie che si incastonano sulla locomotiva alimentata a basso e batteria.

E attraverso la follia, attraverso il terrore dobbiamo passare
Come se in attesa della luce solare che potrebbe non arrivare mai
Col tempo affrontiamo noi stessi con tutti i nostri difetti e paure
Ora che so che il conflitto finale è dentro
Riconosco i volti dei miei amici e sento il richiamo:
"vieni in viaggio con me attraverso l'ora più buia»


Carico i commenti... con calma