Sembra che su Discipline si inizi a mettere a fuoco palesemente la frequentazione di Gurdjieff che Fripp si era concesso per "perdersi in galassie e nebulose indistinte, a scovare mondi nuovi, quelli dentro noi stessi". E il lavoro di Gurdjieff su se stessi, un lavoro di scavamento spietato, si nota nel disco. La disciplina indispensabile per allenarsi al "salto", e il lavoro risulta necessariamente rigoroso.

La sensazione che dà di "freddezza, cerebralismo, nevrosi e vuoto tecnicismo" si poteva riscontrare anche sulle Danze Sacre di Gurdjieff che spiazzavano gli spettatori per l'assenza e l'invisibile che rappresentavano, cosa che Discipline ci si riconosce: la mancanza d'appigli determina il fraintendimento che invece è un'esplorazione di lidi non focalizzabili con una visione normale. È presente la vanità di Fripp ma il sentimento lo comunica impersonalmente così da risultare pulito e lo sfrutta per osare l'impensabile.

Robert sa che solo col lavoro (e tanto lavoro) si ottengono i risultati. Fripp, come Gurdjieff dopo l'incidente in auto quasi mortale del 1924, rinuncia alla scorciatoia di ottenere risultati immediati sfruttando i poteri esoterici acquisiti riconoscendo la limitazione egoica, accettando la sua solitudine archetipica e proponendola alla portata di tutti con successo: dà e chiede denso coinvolgimento... "sciogliamoci nell'ombra..."

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