Se "SGT.PEPPER" aveva dato una scossa , "In the Court" è stata la spallata definitiva ad aprire la porta del progressive, un movimento quasi tellurico che ha definito contorni fino a quel momento ancora sconosciuti o quasi. Un disco assurdo, magniloquente, straordinario che potrebbe essere stato concepito ieri e non nel lontano 1969. I testi che parlano di delusione, di apocalisse, di teorie che nemmeno Nostradamus nella sua visione del futuro poteva tracciare ci lasciano senza fiato. Definire meglio l'uomo schizoide del ventunesimo secolo non si poteva fare.

Musicalmente parlando il disco è incredibile, dalla title track, attraverso la già citata "Schizoid man" , da "Moonchild" a "Epitaph" fino all'incomparabile bellezza di "I Talk to the Wind" dove l'intreccio fra la batteria di Giles e il dolce suono del flauto ci culla dolcemente anche se come dice il testo: Io parlo con il vento e le mie parole vengono portate via, io parlo con il vento ma il vento non sente, il vento "non può sentire".

Da ascoltare e riascoltare all'infinito.

Carico i commenti... con calma