Il probabile epitaffio del nome storico, quantomeno nella originaria concezione di gruppo portabandiera del rock progressivo attraverso vari decenni. Una carriera che attraversa le fasi più importanti della musica rock e non solo, raccogliendo influenze senza stravolgere il proprio spirito.

Il precedente e dignitoso Thrak, già distante quasi un decennio, mostrava buone idee ed intuizioni vagamente appannate da un'esecuzione fin troppo fredda e distaccata. Con rammarico il disco che presenta il Re Cremisi nel nuovo millennio, anticipato tra mille dubbi dal transitorio EP "Happy With What You Have To Be Happy With", fa apparire un grande gruppo ormai arenato, un album duro, modernista, con poca anima.

Robert Fripp e la sua genialità rimangono abbagliati dalla pesantezza delle distorsioni, dai sintetizzatori impazziti, dalle strumentazioni industral-elettroniche, e firmano, assieme al fido Adrian Belew, questo "The Power To Believe" (anno 2003), una delle loro opere più tronfie, con pochi attimi interessanti affondati nell'autoreferenzialità.

E' un suono saturo, stridente che gonfia composizioni di maniera fino all'implosione che non lascia tracce di sé. Le idee non mancano, ma sembrano gettate alla rinfusa in un calderone sonoro a volte incoerente, spesso presuntuoso e cervellotico. L'unica traccia riuscita appieno ma che non regge la restante struttura traballante è "Eyes Wide Open", una ballata leggera ed orecchiabile impreziosita da i consueti accenti frippertronici, raffinati ed importanti.

La durezza, la meccanicità spadroneggia lungo il restante minutaggio, intervallata da parentesi ambient e trame elettroniche, quasi mai memorabili. L'intero lavoro rimane penalizzato infine da una produzione fredda, tagliente che rende il tutto ancora più insipido.

Manca  il Re di sempre, il gruppo che sapeva coniugare architetture inquietanti e cupe (vedi "Indiscipline", "A Sailor's Tale") e arie dolci e intimiste ("The Nightwatch", "Matte Kudasai"), fallendo in entrambi i campi con questa opera, che risulta manierista, inconcludente, sfocata. Con ulteriore rammarico, forse è il caso che rimanga, definitivamente, l'ultimo lavoro a nome King Crimson.

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