Ritornare dalle vacanze estive dopo una lunghissima sosta è difficile, si sa, ma si può alleviare il dolore ascoltando un buon album, solare e divertente. L’album in questione è ‘’King Tuff’’. Ma andiamo con ordine: King Tuff alias Kyle Thomas è uno dei tanti ragazzotti invaghiti da sonorità passate che vanno dal Garage Rock degli anni Sessanta a la The Kinks fino all’Hard Rock degli Who o dei T-Rex ed anche influenze del suddetto Southern Rock mescolandole insieme alla Neopsichedelia ed al Bubblegum Pop.

Affine alla generazione di scoppiati come Jay Reatard o Ty Segall, Kyle Thomas ha militato nel progetto Stoner-Metal di J.Mascis chiamato Witch, ma anche nel gruppetto degli Happy Birthday sempre sotto contratto per la Sub Pop. Come solista ha all’attivo 5 album, quello che recensirò oggi è il terzo, l’omonimo album ‘’King Tuff’’ pubblicato nel 29 maggio del 2012.

Detto questo partiamo con l’analisi delle canzoni:

Messo il Cd nel lettore veniamo subito investiti dal Rock’n’Roll di "Anthem"  mettendo in campo un tocco di Glam-Rock-

"Alone & Stoned" parte con una sorta di Rockabilly sfociando poi in un Surf Pop con coretti angelici alla Wavves .

In "Unusual World" vengono disseppelliti i resti dei T-Rex per reinterpretarli in maniera più scanzonata (Marc Bolan sarebbe orgoglioso di questa traccia).

"Bad Thing" riprende il discorso di Anthem sfoderando un riff poderoso e travolgente, riuscendo a dimostrare di saper dar vita ad un Garage Pop ben fatto.

"Loser’s Wall"  ha un incipit molto simile a quello nella canzone dei Dandy Warhols: ‘’Bohemian Like You’’ per poi rimembrare antichi radici Rolling Stonesiane con chitarre molto molleggiate.

"Stranger" sta ai Led Zeppelin come Justin Bieber sta alla merda, basta dire questo.

In "Baby Just Break" si fa più marcata la componente Folk ritmata attraverso battiti di mani per poi infine sfociare in un Country elettrico.

"Stupid Superstar" ha una componente Southern Rock, con un particolare riff di chitarra per poi sfociare infine in un’accelerazione in cui si può sentire chiaramente l’influenza degli Who.

"Evergreen" è una canzoncina Pop degna dei Beatles ma con un atmosfera più malinconica che si rifà all’epoca Grunge, in effetti in quasi tutto il disco vi è un importante traccia dei 90’.

Stesso discorso per "Swamp of Love", cantilena amorosa che strizza un occhio a Elton John.

Infine abbiamo "Hit & Run" che  prende il via con un attitudine molto "Punk", il riffone iniziale ricorda la traccia "Police On My Back" dei Clash trascinandoti con un ritornello vizioso.

Degno di nota è anche il suo cantato molto "strafatto", e comunque basta vederlo in faccia.

Questo album è come i film di Tarantino: un collage di citazioni, continui rimandi al lato più vintage della musica aggiornando il tutto però con una particolare inclinazione alla melodia Pop e all’ Indie Rock ma non rendendo tutto banale e ripetitivo. Non è un album che si prende sul serio ed è proprio questo che mi piace di esso (non come i "grandi Dei del Metal", chiamati da noi comuni mortali Manowar).

Quindi gustatevi questo Cd tutto d’un fiato, possibilmente in auto e lasciatevi trasportare dai riff accattivanti e viziosi.

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