Provocatori, mistici, magici, grintosi, geniali.
Così si presentavano i Litfiba in grande spolvero nell'annus Domini 1985. Il tour è quello del meraviglioso (il mio preferito) "Desaparecido", il periodo forse il più dark in assoluto di questi cinque toscanacci.
Non esistendo registrazioni ufficiali di quella serie di concerti, non resta che affidarci ai molteplici bootleg: il "Live in Marina di Carovigno", ormai un vero e proprio must tra i fan più incalliti come me, è preferibile al "Live in Malnate" (altro grande evento sul quale stava per ricadere la mia scelta di recensione) per l'incredibile qualità dell'audio. Il pubblico a tratti sembra trovarsi sul palco, ancora più indemoniato a tratti del già luciferino Piero. Altri concerti - nonostante siano meravigliosi - sono stati da me scartati perché questo concerto si presenta con una grinta che ce lo rende squisitamente piacevole.
Forse la presenza scenica dell'Aiazzi non sarà il massimo, ma il suono che ci propone in tutte le canzoni è perfetto, sembra leggere nella testa dei fan e propone esattamente quello che ognuno vuole sentire. In più di un occasione ci fa sentire con possanza i suoni colorati di mille sfumature del suo strumento laddove nelle versioni in studio ce le eravamo dimenticate. Ringo non smette per un attimo di colpire la batteria (alle volte sembra che stia battendo con dei ditali!), anche durante le presentazioni del buon Pelù delle canzoni. La sua ritmica è immensa, così come è immenso è il lavoro del mio preferito (Gianni Maroccolo) che ci degna di una prestazione a metà tra il basso "mangiatutto" di "Desaparecido" e il basso "oscuro" del Live ufficiale "Aprite i Vostri Occhi". Anche Ghigo sembra particolarmente ispirato: acquisita la lezione del punk-suoni aspri con poche perifrasi - la piega alla sua volontà, impreziosendo molti brani di piccoli e calibrati assoli. Pelù è quello che si fa notare di più: una voce sanguinolenta, che in quel dato modo possiederà (ma perché, poi?) solo in quell'anno. Il suo modo di cantare è da tragedia greca, il suo annuncio delle canzoni è pesante e "malato", i suoi vocalizzi animaleschi. Altro che Toro Loco!
La breve scaletta ci presenta un intro di sole tastiere quantomeno particolare, seguito da una bellissima Desaparecido arricchita dal lavoro del Renzulli. La terza traccia è il primo grande sussulto: La Preda, canzone alla quale Pelù teneva particolarmente qui sprizza sangue da ogni poro. Il cacciatore crede di aver colpito in fondo, ma non capisce che è lui la vera preda. Favolosa! Dopo una Eroi nel vento che non si distacca molto -se non per l'eccelsa interpretazione di Piero- dalla versione in studio o quella del live dal quale sarebbe stato tratto "Aprite i Vostri Occhi" (ma nel quale non è presente) dedicata con veemenza a tutto il pubblico giungiamo alla prima frecciata della serata: "Il prossimo brano è dedicato ad Alì Agca.... sapete chi è Alì Agca..... ha sbagliato mira.... pciù.... che brutta mira.... Yassasin!". E se il fiorentino ammetterà nella sua biografia che la provocazione è pesantina, la cover del Duca Bianco risulta perfetta, ancora più misteriosa della versione precedentemente conosciuta dai fan. Da questo momento, nonostante gli altri di certo non passino in secondo piano, l'intero concerto verrà preso in mano musicalmente da tastiere e basso. In Onda Araba - ottimo l'assolo di Ghigo - spadroneggia il basso di Gianni e sorprende il lungo elenco delle varie radio arabe cantato da Pelù in coda di pezzo. Luna viene completamente sublimata dall'Aiazzi, che ci fa godere di un intro un uoutro ed una prestazione generale sopra l'umanamente concepibile. Per circa sei minuti Pelù ripeterà il monito da brivido "Sarò un re e un dittatore...stupido dittatore!". Continua l'orgasmo con Istambul, con i vocalizzi da sogno (cioè facenti parte della sfera dell'attività cerebrale non dominata) di Piero: se volete goderne a pieno allora dovete assolutamente mettere il volume al massimo, chiudere gli occhi e lasciarvi trasportare nella magia di questo pezzo che rappresenta perfettamente gli anni 80 italiani e i Litfiba in generale. Purtroppo Transea musicalmente non mi è mai piaciuta tanto, ma lascia comunque una striscia di emozioni forti grazie alle eccelse parole del testo.
Preparatevi.
Arriva il gran finale:
Lulù e Marlene è TUTTA del basso di Gianni a inizio canzone, della voce di Piero fino agli squisiti vocalizzi del mezzo, delle tastiere geniali del serafico Aiazzi in chiusura. Se vi è piaciuta la versione di "Pirata", questa potrebbe lasciarvi scioccati non poco. Non abusatene. In Tziganata (ripeto: la mia canzone preferita dei Litfiba - ne ho fatto anche un de_approfondimento, andate a vedere) tornano protagoniste le tastiere-violino del buon Antonio, soprattutto nell'intro, totalmente diverso da quello della versione presente in "Aprite i Vostri Occhi". Fantastici ovviamente anche gli altri. Finale "punk" con urli pazzeschi del Piero più animale che abbiate mai sentito. Guerra -apice emotivo dell'intera serata- è presentata con voce "malata" da Piero (o in Tziganata aveva urlato troppo o lo faceva apposta in quanto si era calato qualcosa... e probabilmente era così) che in maniera drastica avverte del rischio che stavano per correre gli abitanti di Marina di Carovigno per la costruzione-evidentemente al tempo se ne parlava -di una centrale nucleare lì vicino: "basta un minimo errore... piccolo, piccolo così.. E SCOPPIATE!.. ssssssssht!!!.. dovete soffrire in silenzio.. SILENZIO!". Interpretazione molto simile (e per questo estremamente potente) a quella del live in Berlin del 1984, con tanto di ripetizione della frase "Der Krieg, Der Krieg". Musicalmente l'acme del piacere.
p.s.: nella versione da me posseduta vi è anche un'ottima I wanna be your dog (dei The Stooges) seguita ad una sorta di ripresa del tema di Eroi nel Vento come traccia successiva a Guerra. Non capisco come sia possibile che appartengono allo stesso concerto - anche se il modo di cantare di Piero è identico dato che la qualità di quest'ultima parte di registrazione è decisamente peggiore e la canzone comincia all'improvviso e finisce all'improvviso senza alcun continuum con la chiusura del brano precedente...
Allora????? ancora lì siete??????? ANDATE A PROCURARVELO!!!!!!!!!!! APRITE I VOSTRI OCCHI!!!!!!!!!!
Lo Tzigano
Carico i commenti... con calma