"Dopo i successi discografici dei suoi 3 cd (platino ai Grammy di Montecchio) e la sua straordinaria performance nel film "T'amo e t'amerò" accanto al più noto (?!) Solange, Luciano Caldore è finalmente pronto al grande salto e al giudizio del pubblico che conta" (fonte: dalla rete).

Da molte ragazze di via Roma e del quartiere Sanità identificato come 'o frisc (*), sex symbol di questo nuovo millennio, cantante napoletano affermato, quanti di noi non vorrebbero essere al suo posto?
In una Napoli ormai sempre più sulla bocca di tutti, per gli incresciosi fatti di cronaca che accadono nel quotidiano, sommersa dai rifiuti (che di notte prendono fuoco da soli, non ce la fanno più neanche loro stessi a sopportare il disagio) e tra "omicidi di assestamento" (sperando di raggiungere al più presto una sorta di "equilibrio"...) resta comunque la vena artistica più prolifica di sempre nel fitto underground dei vicoli e dei quartieri più popolari. Basta passeggiare la domenica mattina nei centri storici di un qualsiasi paese vesuviano per accorgersi dell'importanza sociale e musicale di certi fenonemi. Accanto all'odore del ragù (di mammà, of course) in preparazione, gli stereo a tutto volume irradiano dalle finestre la voce del cantante neo-melodico di turno. Turno, che spesso e volentieri tra un Ciro Ricci e un Mimmo Dany, tocca al nostro Luciano. Nel mio quartiere, quando si parla di "Luciano" non c'è possibilità di fraintendere il grande artista nostrano con quel cialtrone di Ligabue ("Ligabùe?! e chi è chist?"). Qui di Luciano se ne conosce uno solo.

Le sue canzoni appartengono al più noto dei repertori neo-classici-partenopei, in un turbine di creatività senza pari, che alterna spensieratezza e malinconia allo stesso tempo, riflessioni di vita, fotografie dell'amara realtà che sovrasta determinati ambienti, che nel bene e nel male, rappresentano un certo clichè neo-melodico, fatto di storie di ragazzi comuni con i loro amori o con le loro esperienze di vita. Le tematiche di Luciano, in particolare, sono saldamente ancorate al tema amoroso, alternando italiano e vernacolo partenopeo, un po' alla Gigi D'Alessio ultimo periodo, anche se quest'ultimo ormai, complice il successo non è più un rappresentante di culto nella scena (strettamente) napoletana, come lo è invece Caldore.

Anni fa, l'organizzazione comunale superò se stessa, riuscendo ad ingaggiare Luciano per un bellissimo live in piazza, in una delle feste patronali maggiormente sentite. Il risultato, fu uno straordinario concerto in cui tutte le ragazze (ma anche qualche ometto...) erano in evidente delirio per la freschezza di Luciano.

Un abbraccio circolare a tutti gli amici debaseriani e a tutti quelli che hanno avuto la forza di leggere questa recensione(?). Questo è un cantautore che vale la pena di ascoltare.



(*)  Per chi non conoscesse il napoletano: Alla lettera "il fresco". "frisc" è un aggettivo usato per indicare che un uomo ha un certo fascino.

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