Luke Haines si conferma ancora una volta come la personalità più eccentrica all'interno della scena alternative del Regno Unito. Sin da quando è sulle scene con i Servants e poi dal 1991 con gli Auteurs, gli è sempre stato riconosciuto di essere uno più brillanti musicisti e scrittori di canzoni del Regno Unito, ma allo stesso tempo ha sempre dimostrato, ha sempre voluto essere, è sicuramente quello che possiamo definire un vero outsider. Quanto gli Auteurs pubblicarono il loro secondo disco, 'Now I'm A Cowboy', un disco che è stato uno dei più significativi della prima metà degli anni novanta in Inghilterra e che usciva nello stesso periodo in cui letteralmente presero il volo i vari Oasis, Blur, Suede e il cosiddetto movimento brit-pop, Luke mandò leteralmente tutto in puttane. Si ruppe entrambe le caviglie, il gruppo dovette annullare il già previsto tour europeo. Dichiarò di averlo fatto apposta perché non aveva voglia di andare in tour e voleva incassare i soldi dell'assicurazione.

Costretto sulla sedia a rotelle per circa un anno, registrò agli Abbey Road Studios di Londra e con la produzione di Steve Albini, il terzo album degli Auteurs, 'After Murder Park'; solo un anno dopo diede vita al suo primo side-project, i Baader-Meinhof (così chiamato dal gruppo terrorista omonimo). Cominciò a innovare radicalmente il suo suono introducendo elementi di funk e elettronica e prendendo in qualche modo definitivamente le distanze da quella che era la musica mainstream nel Regno Unito durante quel periodo. Manco a dirlo, il progetto Baader-Meinhof fece sorgere anche più di qualche perplessità e discussione per i contenuti delle liriche e dei testi, sostanzialmente dedicati a argomenti delicati come il terrorismo e a quelle che furono le azioni criminose della Red Army Faction, capitanata appunto da Andreas Baader e Ulrike Meinhof.

Da quel momento in poi, Luke Haines ha costruito e poi distrutto tutto quello che ha fatto e in un certo modo tutta quella che è stata la musica nel Regno Unito negli ultimi venticinque anni. Ma non poteva essere altrimenti per un personaggio come lui. La sua carriera solista (nel frattempo creava anche un altro progetto parallelo con l'ex Jesus and Mary Chain, John Moore: i Black Box Recorder) è assolutamente controversa e con un sacco di episodi apparentemente divergenti l'uno dall'altro. Apparentemente non ha mai seguito un modus operandi definito nell'arco delle sue produzioni artistiche. È un artista 'selvaggio', sotto determinati aspetti quindi anche 'punk'. Soprattutto è un grande figlio di puttana, uno non allineato e che fa quello che cazzo gli pare. L'antieroe della scena musicale UK. Uno da cui tutte le volte non sai che cosa aspettarti.

L'ultimo disco ad esempio, 'Smash the System' (quale titolo migliore per un suo disco...), uscito su Cherry Red Records la scorsa settimana, è in pratica il suo primo no-concept album in sei anni. Un lungo periodo di tempo in cui Luke ha pubblicato in sequenza quattro concept album e un EP. '9 1/2 Psychedelic Meditations on British Wrestling of the 1970s & Early '80s' (2011), in pratica arrangiamenti di musica psichedelica in cui vengono narrate fictional stories su vecchi lottatori wrestler (tra questi: Mark Rocco, Gorgeous George, Mick McManus, Pat Roach...). 'Rock and Roll Animals' (2013), il cui titolo evidentemente richiama il live album di Lou Reed del 1974, ha come main concept una storia su quelli che Luke Haines ha voluto definire 'outsider' ma rappresentati sotto forma di animali. I tre protagonisti della 'storia'? Un gatto chiamato Gene Vincent, un tasso di nome Nick Lowe e una volpe chiamata Jimmy Pursey. 'New York in the '70s' (2014) è un concept album sulla New York City degli anni settanta e piena di citazioni di personaggi famosi come Lou Reed (che moriva solo pochi mesi prima), Jim Carroll, Jimmt Hendrix, il fotografo Bill Cunningham... Il disco è pesantamente influenzato dal sound dei Suicide di Alan Veva e Martin Rev, un punto di riferimento costante nella carriera di Luke Haines, ma divenuto da questo momento in poi semprepiù rilevante. Come del resto si può evincere nel minimalismo wave e ossessivo, claustrofobico di 'British Nuclear Bunkers' (2015). Un disco fantastico, annunciato da un messaggio radiofonico, 'Questa è una trasmissione di emergenza della BBC. Siamo stati informati di un possibile attacco nucleare contro il paese...' L'album sviluppa praticamente un concept fantascientifico, una fiction story fatta di luci e principalmente (ovvio) suoni. Idealmente il sequel, settanta anni dopo, di quello che fece Orson Welles annunciato alla CBS (Columbia Broadcasting System) l'arrivo dei Marziani sulla Terra e più precisamente nel New Jersey nei pressi di una fattoria di Govers Mill. In realtà stava leggendo, come è noto, 'La guerra dei mondi' di H.G. Wells, ma un sacco di gente andò nel panico e credette veramente di essere sotto attacco di forze aliene...

I contenuti del disco sono claustrofobici e spaventosi, la città di Londra è sotto attacco e noi siamo costretti a restare inscatolati, attaccati l'uno all'altro, nei sotterranei della città al buio in situazioni di sopravvivenza estrema e senza sapere veramente che cosa stia accadendo sopra le nostre teste.

Chiude idealmente il ciclo, lo schizo-rockabilly, 'Adventures In Dementia', un EP completamente folle in cui Luke racconta una storia in cui i protagonisti principali sono Mark E Smith e i Fall che mentre sono in tour hanno un incidente stradale con una macchina guidata dallo skinhead e cantante della 'white power' band degli Skrewdriver, Ian Stuart...

Mi rendo conto che questa descrizione potrebbe apparire lunga e troppo dettagliata, ma in verità tutti questi contenuti sono utili a comprendere appieno questo nuovo disco. Tutto quello che ho scritto contiene delle 'chiavi' per interpretrare e sciogliere i diversi nodi apparentemente criptici del disco.

Infatti, 'Smash The System' si apre immediatamente richiamando Ulrike Meinhof in una traccia dalle sonorità wave e allo stesso tempo ripetitive ai limiti dell'ossessivo. 'Ulrike Meinhof’s Brain Is Missing' racconta in maniera dettagliata e cruda una delle storie più controverse della storia della Germania degli ultimi cinquant'anni: la scomparsa del cervello di Ulrike Meinhof. Successe subito dopo la sua morte e fu ritrovato dalla figlia Bettina solo venticinque anni dopo nei magazzini dell'Università di Magdeburgo. 'Black Bunny (Not Vince Taylor)' paga omaggio ai Suicide e si presenta come un sequel ideale ai lavori più recenti di Haines per i suoi contenuti (immediato il richiamo a 'Rock and Roll Animals') e per le sonorità. 'Ritual Magick' e 'Bomber Jacket' sono due 'crudeli' ballate psichedeliche, visionarie e allucinate allo stesso tempo e suonate in uno stile che potrebbe ricordare alcune canzoni di quel grande genio che è Julian Cope. Lo stesso potrebbe effettivamente valere anche per la bellissima, 'The Incredible String Band', una strana e eccentrica, stralunata ballata con un non-convenzionale solo di kazoo. 'Marc Bolan Blues' è chiaramente un tributo alla grande rockstar inglese e alla parabola dei T. Rex. Con 'Bruce Lee, Roman Polanski and Me' e la lisergica e spaziale (in uno stile quasi Spacemen 3) 'Cosmic Man' ritornano le sonorità più claustrofobiche di 'British Nuclear Bunkers' e Luke ritorna a nominare e elencare tutta una serie di personaggi del mondo di Hollywood inseriti di volta in volta in contesti 'fiction'. Qualche cosa che compie in maniera evidente anche nella title-track, 'Smash The System', un pezzo di musica wave nello stile del migliore Gary Numan e suonato con tonalità aggressive e il vibrante e ossessivo suono dei synth. Infine, una canzone che ha probabilmente voluto dedicare a tutti noi e anche a se stesso. Una canzone che del resto pone ed è una semplice domanda, 'Are You Mad?'

È pazzo l'uomo che pretende di andare contro il sistema e di distruggerlo in mille pezzi? Quello che sogna di abbatterlo. Che ci mette tutta la sua determinazione. Siamo pazzi quando nuotiamo contro-corrente? Chi non è conformista, chi è quello che si potrebbe definire come un 'cane sciolto'. Chi è semplicemente un ribelle e chi non sa di esserlo, ma pure chi sa di esserlo e cerca per questo di trovare e definire swe stesso confrontandosi con personalità di outsider con le palle come quelli cantati da Luke Haines in 'Rock and Roll Animals? Siamo forse noi stessi degli animali? Quale animale ti piacerebbe essere, a quale specie senti di appartenere. E che cosa dire infine per quello che riguarda Luke Haines?

Luke Haines è l'uomo che ha letteralmente creato e poi distrutto la musica nel Regno Unito. In qualche modo compie lo stesso rituale anche con se stesso, ricostruendosi e rinnovandosi tutte le volte. È una persona dotata di un grande senso dell'humour, che non guasta mai, ma soprattutto è una persona che sa guardarsi attorno e che possiede la capacità di sapere osservare e giudicare, interpretrare e analizzare tutto quello che lo circonda, le persone che lo circondano e il mondo in cui viviamo e con un occhio di riguardo in particolare a quel mondo magico e delle illusioni del cosiddetto 'mainstream', omaggiando e allo stesso tempo anche distruggendo le icone del mondo della musica e i contenuti della cultura pop. È uno scrittore brillante, scrive anche recensioni musicali molto interessanti e sempre esprimendo in maniera chiara e inequivocabile il suo parere senza nessuna ipocrisia, ma soprattutto contestualizzando ogni singolo disco a seconda di chi sia l'artista o l'interprete e la scena musicale contemporanea e quella passata, quindi secondo quelle che sono le nostre esistenze. Luke Haines è una persona che racconta delle storie e che le sa raccontare bene. Mi piace ascoltarlo.

Non ho niente altro da aggiungere, ma voglio idealmente concludere questa recensione con quello che è stato il 'messaggio di lancio' del disco e invitando tutti voi a seguire letteralmente le sue parole e il suo invito.

''Smash The System è allo stesso tempo un rituale magico e una vera e propria chiamata alle armi. Così, sorelle e fratelli, fate il pieno di tutte le vostra energia psichica e invocate i nostri nuovi Dei: Eric Bristow, Giant Haystacks e Brian Jacks. Noi vi supplichiamo con la nostra preghiera.

Abbiamo segnato tra di noi un patto di sangue con il sangue mestruale di Ulrike Meinhof e abbiamo suonato il nostro corno in onore del mitologico Black Bunny. Lode al potere della strega. Morte a tutte le indecisioni. Realizzare se stessi, subito! Vince Taylor non è morto! Esaltate la vagina e tenete sempre nel vostro cuore un piccolo spazio per Marc (Bolan).

Vi piacciono i Monkees? Yeah? Allora distruggiamo il sistema. Diamoci dentro.'

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