"Am I The Only One (Who's Ever Felt This Way?)"

Ed ecco finalmente alla sua prima prova da solista la front-woman dei Lone Justice, gruppo country-rok degli anni '80 che con il primo omonimo album del 1985 aveva fatto gridare i critici al miracolo (anche se non si era avverato a livello di vendite). Siamo nel 1989 e Maria McKee, dopo solo 2 album con i Lone Justice (scioltisi definitivamente due anni prima), decide di rimanere fedele alla sua etichetta, la Geffen, e incidere questo primo suo album aiutata dal produttore Mitchell Froom (Suzanne Vega, Indigo Girls, Elvis Costello, Crowded House, Paul McCartney e tanti altri) e da Richard Thompson alla chitarra (omaggiato direttamente da Maria con la splendida cover di "Has He Got A Friend For Me?" presente nel disco).

Cresciuta con pane e musica (ricordo che Maria è la sorellastra di Brian Mclean, chitarrista del leggendario gruppo folk-rock Love, sì proprio quelli di "Forever Changes" e "Da Capo"), non può sorprendere che a soli 19 anni Maria scrive e musica "A Good Heart", prodotta da Dave Stewart (ex Eurythmics) e portata al successo mondiale da Feargal Sharkey (numero uno in UK e non solo). Ed ecco che nel 1989 si presenta l'occasione di poter liberare finalmente la sua mostruosa vena creativa e spiccare definitivamente il volo per l'olimpo dei più grandi cantautori (per questo però bisogna aspettare il 2003, quando Maria abbandona la Geffen, ormai Major diventatale troppo stretta e soffocante, e prosegue la carriera da artista indipendente). E invece...

Beh, il disco è eccellente, non si grida al capolavoro; è sicuramente una piccola pietra preziosa incastonata in qualche gioiello artefatto, ma che oscura leggermente il suo potenziale di luminosità. La "pietra preziosa" (anzi preziosissima) è Maria stessa con il suo spirito libero da artista genio, il suo interiorizzare le canzoni e farle proprie come pochi altri, e soprattutto la sua voce. Forse non ne ho già parlato? Ma che scemo! Maria McKee possiede una delle voci più impressionanti e potenti del panorama musicale, una voce ultra-terrena, non esiste niente di simile nel creato. Il "gioiello artefatto" è la produzione (credo che Froom sia stato imposto dalla casa discografica). In alcune canzoni, come "To Miss Someone", "Nobody's Child" e "More Than A Heart Can Hold", si avverte un senso di costrizione nel voler creare a tutti i costi un singolo pop perfetto, ma che a Maria non veste bene. 

Eppure tolte queste piccole imperfezioni, fiuuuu!!! Ragazzi!! Che canzoni, che interpretazioni e che voce (aridaje!!). Ebbene sì! "Panic Beach", "The Property Is Condemned", "Can't Pool The Wool Down" e "Am I The Only One (Who's Ever Felt This Way?)" (ripresa dalle Dixie Chicks) sono immense. Se questo non è già abbastanza per far alzare il vostro sederino dalle sedie e correre a comprare questo disco (per carità potete anche rimanere seduti e scaricarvelo, legalmente vi prego, oppure ordinarlo per internet, anche perchè è difficilissimo da trovare nei negozi), solamente la canzone "Breathe" (con la chitarra virtuosa di Thompson) da sola già ne vale l'acquisto: intensa, drammatica, ossessionante (io la continuo ad ascoltare almeno 20 volte al giorno!), morbosa e poetica al temo stesso.

Non vi ho parlato del genere musicale del disco (country, rock, pop e soul quanto basta), anche perché per me non è importante, continuerei a seguire Maria McKee anche se incidesse un album di canzoni tibetane new age o preghiere in sanscrito.

Ave Maria....  

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