"The Golden Age Of Grotesque" è il quinto album in studio dei Marilyn Manson, che dopo l'abbandono del gruppo da parte del bassista e compositore di molti dei successi passati Twiggy Ramirez, si accingono, dopo 3 anni dal rilascio della loro ultima opera, a tornare a infestare l'America, e il mondo, con un album ispirato ai movimenti artistici e culturali sviluppatisi in germania negli anni antecedenti alla seconda guerra mondiale (dadaismo e espressionismo in particolar modo), ai kabaret berlinesi e i minstrel shows, all'arte degenerata e al nazismo, il fascismo, il vaudeville e molto altro ancora.

Marilyn Manson si dimostra degno di portare tal nome nella scelta del simbolo che rappresenta l'album e il tour, ossia il Totenkopf (simbolo di alcuni reparti delle SS) cui vengono aggiunte delle orecchie da Topolino, così da creare un perfetto dualismo fra il male e il bene, la malvagità e l'innocenza.

Il nuovo look adottato da Manson e i membri della band è più raffinato di quelli passati, ispirandosi a artisti come Gunter Bras, Kurt Weill e Salvador Dalì, o ancora filosofi come Nietsche, scrittori come Oscar Wilde o Aubrey Beardsley e persino stelle di hollywood simbolo di eleganza degli anni 30 come Marlene Dietrich passando per uniformi (indossate soprattutto nei live) naziste della seconda guerra mondiale. Fra gli accessori indossati figurano dei paradenti metallici, bombette, monocoli fatti di specchio, bretelle, elmi e delle immancabili orecchie da Topolino. 

Passando al sound dell'album, questa volta molto più elettronico rispetto a quello degli album passati, è impossibile negare l'alta qualità delle 15 traccie (sedici con la cover di "Tainted Love" infilata a fine disco) che lo compongono, fra cui spiccano la title-track di grande atmosfera, l'ipnotizzante "Para-Noir" (la più sperimentale del disco), la grandiosa "This Is The New Shit" (secondo singolo estratto dall'album), l'ottima "(S)aint" (terzo singolo estratto dall'album), la suggestiva "[Spade]" e la di grande impatto "mOBSCENE" (primo singolo estratto dall'album). Le altre traccie si lasciano gustare e si attestano comunque su ottimi livelli. 

Interessante ad esempio l'intro, "Theater", caratterizzata dalla presenza di una campionatura dell'introduzione del famoso film "8 e Mezzo" di Federico Fellini.

I testi delle traccie sono zeppi di citazioni, slang, giochi di parole, sciogli lingua e parole tedesche che colpiscono come un pugno in faccia l'ascoltatore mentre vengono sputate velenosamente e a velocità supersonica da Manson, il quale da esempio di grande qualità vocale. In particolare l'album si rivela il più esplosivo nella discografia di Manson, riuscendo a tenere alta l'adrenalina fino all'ultima canzone.

Per finire, consiglio vivamente quest'album a chiunque non si lasci intimidire dai pregiudizi verso l'artista, voglia ascoltare dell'ottima musica e lasciarsi trasportare da una bella e surreale atmosfera.

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