Che Marina Diamandis abbia talento non si è mai messo in discussione, che lo sappia usare al meglio invece è tutto un altro discorso. Perché se "The Family Jewels" rimane un autentico gioiellino in grado di spazzare via larga parte delle uscite pop degli ultimi cinque anni, "Electra Heart" aveva lanciato preoccupanti segnali d'allarme: che il fortunato e riuscito debutto su major fosse stato un semplice e isolato fuoco di paglia? Difficile dare tutt'ora una risposta certa, anche se, pur essendo vero che, con l'appena pubblicato "FROOT", la Diamandis non riesce nuovamente a toccare le vette dell'esordio (i tempi di "Numb" e "Mowgli's Road" sono, ahimè, sempre più lontani), chi temeva che la ragazza avesse venduto l'anima alle classifiche può tirare un sospiro di sollievo.

Certo, ci sono un paio brani un po' troppo radiofonici (su tutti "Blue" e "I'm a Ruin", che promette bene fino a che non culmina in un irritante ritornello à la Kiesza... ma anche no, grazie!) che magari avrebbero fatto più bella figura come b-sides di qualche singolo, ma a dire il vero la track-list presenta una serie di pezzi tutt'altro che sgradevoli e decisamente variegati: tra la disco intelligente della title-track e il pop-rock di "Better Than That" e "Forget", passando per il giocoso synth-pop di "Gold" e le atmosfere quasi dark di "Savages" (canzone peraltro impreziosita da un testo notevole), senza tralasciare un paio di ottime ballate (l'opener "Happy" e "Immortal", vera perla dell'album), ce n'è davvero per tutti i gusti e in questi casi la scrittura della Diamandis riesce si a piazzare diversi ritornelli memorizzabili in meno di un secondo, ma lo fa senza che questi risultino irritanti o spudoratamente scala-classifiche (la vocalità particolare della cantautrice gallese e le sue capacità interpretative in questo senso aiutano parecchio).

Da segnalare inoltre come, nonostante la pletora di generi compressi in un solo album, "FROOT" riesca comunque a suonare come un disco unico e coeso in termini di suoni, cosa che in ambito pop si sta facendo sempre più rara e che, unita all'assenza di chissà quali concept astrusi e tirati per i capelli a far da sfondo all'album, rappresenta un ritorno alla forma di pop più semplice, ma non per questo banale di "The Family Jewels": canzoni semplici, che si stampano in testa subito, ma che resistono alla prova del tempo e che risultano parti integranti di un unico insieme. Insomma, non avremo tra le mani un lavoro fresco quanto il sopracitato esordio, ma rispetto a "Electra Heart" "FROOT" è un notevole passo avanti e un'iniezione di fiducia e curiosità nei confronti della sua autrice, nell'attesa di vedere cosa ci offrirà il suo imprevedibile futuro.

Voto: 3,5


  • R13569920
    19 mar 15
    Recensione: Opera:
    Recensione chiara e ben concepita. Non frequento il genere ma Benny mi ha dato un'idea chiara. Continuerò a non frequentare, ma il livello di capacità di un artista è sempre valutabile a presindere dal genere e dal gradimento.
  • panapp
    20 mar 15
    Recensione: Opera:
    Recensione molto buona, album non ancora ascoltato, però di Marina mi fido.
    • federico"benny"
      20 mar 15
      Guarda un po' chi si rivede! Grazie, comunque:)
    • panapp
      20 mar 15
      Non me ne sono mai andato! Sono solo a ritmo molto sfasato. ;)
  • Brignone :D
    16 ago 15
    Recensione: Opera:
    mi ha deluso. l'ho ascoltato poco e distrattamente, ci riproverò in futuro.
  • Schadenfroh
    6 set 15
    Recensione: Opera:
    A me Electro Heart era piaciuto un casino. Si trattava di un album bubblegum pop, ma fatto con stile, criterio ed un concept. Foot mi piace ancora di più! "Happy", "Savages" e "Forget" su tutte.

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