"Uno" è il nuovo disco dei nostrani Marlene Kuntz.
Certo, i vecchi Marlene ci mancano, è inutile negarlo. Ci manca l'impagabile sensazione offerta da quelle fantastiche sfuriate noise, sovrastate dall'impressionante capacità canora di Cristiano Godano. Ma sono proprio dischi come questo che potrebbero alleviare la sensazione di vuoto e di mancanza: perché "Uno" sfiora lo status di capolavoro, a differenza del controverso "Bianco Sporco".
Sicuramente, per comprenderlo va superata la smania da "tifoso da stadio" (quella forma mentale per cui "i vecchi tempi di Rivera e Mazzola - in tal caso di "Catartica" ed "Ho Ucciso Paranoia" - non torneranno mai più"): e qua dentro, se si riesce a superarla, tranquilli che c'è qualità da vendere.
L'avvicinamento ad una dimensione (cant)autoriale, in primis, è sempre più evidente, ed è suggellata dalla collaborazione col Maestro Paolo Conte (altri ospiti sono Ivana Gatti ai cori e Greg Cohen al contrabbasso in ben quattro pezzi), a suo enorme agio nel muoversi fra i tasti bianchi e neri del pianoforte nella sontuosa "Musa", in assoluto una delle più grandi prove dei Marlene. Non tragga in inganno invece l'opener "Canto", bellissima (vengono subito in mente le tipiche atmosfere rarefatte di certe cose di Eno) ma non esattamente rappresentativa di quello che si ascolterà nel resto dell'opera.
Il piano non è certo l'unico nuovo inserimento nel tessuto sonoro della band di Godano; synth, sei corde acustica, tastiere ed elettronica sono graditi ospiti nell'ottica di un arricchimento sonoro che si manifesta in misura sempre maggiore disco dopo disco.
La rabbia sonora degli esordi è incanalata adesso nella cattiveria lirica di episodi come "111" (niente a che fare con Tiziano Ferro, ci mancherebbe altro), in cui Godano arriva addirittura ad usare il parlato per descrivere una storia d'amore culminata in tragedia; il finale in crescendo sonoro ci mette in chiaro che non siamo certo davanti ad un album (soltanto) pop.
Il tema principale a livello testuale rimane comunque l'amore, che sia sfrenatamente lussurioso (la "viscida"e d'annunziana "Sapore Di Miele"), omicida (la succitata "111"), ammiccante ("Canzone Sensuale", il titolo dice tutto). La parola rimane sempre un elemento centrale nell'economia di ogni singolo pezzo ("smisero di far l'amore/smisero anche di scopare", si noti il voler distinguere due termini che sembrano così simili ma in realtà vogliono dire due cose assai diverse), ma un approccio alla stesura dei pezzi maggiormente Radiohead (come precisato dallo stesso Godano), invece che Sonic Youth, ha portato la band a curare maggiormente la semplicità e la liricità delle canzoni.
Da segnalare, inoltre, le perfette melodie soffuse di "Canzone Ecologica", gli splendidi archi a coronamento di una monumentale "La Ballata Dell'Ignavo" (inutile sottolineare le solite, grandi liriche) ed il pop rock stranamente ritmato di "Abbracciami" (con una parte del cantato in Inglese, evidentemente ritenuto da Godano più adatto a rappresentare quel passaggio della canzone) e "Negli Abissi Tra I Palpiti". Superata una "Stato D'Animo" lenta ed evocativa (in cui rispunta il parlato), la chiusura viene affidata al primo estratto "Uno", titletrack estremamente radiofonica (!) che cozza male col resto del disco, ma risulta alla fine comunque gradevole.
Sicuramente da sottolineare, riguardo al booklet, il contributo di grossi calibri quali Stefano Benni, Carlo Lucarelli e Gianmaria Testa, questo a confermare la grande passione di Godano per la letteratura, già evidente nei bellissimi testi delle canzoni dei Marlene.
Elenco tracce e samples
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Altre recensioni
Di ASSOLUTEQ9
I Marlene Kuntz non posso più essere etichettati come gruppo aspro, pieno di rabbia ma bensì un gruppo rock melodico.
"111" canzone che per me vale il disco, ascoltandola si sente la nostalgia di "Ho Ucciso Paranoia".
Di PeepingTom
Il processo di de-rock-izzazione della cara vecchia Marlene è giunto definitivamente a compimento.
Se ascolto 'Uno' dimenticandomi del percorso creativo dei MK resta un album un po' monotono, un cantato a tratti stentato.
Di morphine73
Solo i cretini non cambiano mai idea. Così come gli igavi non cambiano mai strada.
No, i Marlene non tradiscono mai.
Di R13564274
UNO, UNA ineluttabile noia senile in UNA latente salsa letteraria.
Voto: UNO