IL CONTESTO STORICO

Alla fine del Cinquecento, il Giappone era diviso in numerosi feudi piuttosto autonomi, e, inoltre, era molto aperto all'influenza europea. I gesuiti portoghesi facevano un gran lavoro di evangelizzazione e avevano convertito i Daimyo, ovvero i grandi feudatari, i samurai e i contadini. Almeno trecentomila giapponesi erano stati battezzati.

Tuttavia, quando, nei primi decenni del seicento, iniziano ad arrivare anche gli spagnoli, francescani, gli olandesi e gli inglesi, protestanti, gli europei diventano troppi e troppo litigiosi. La reazione del paese, di fronte a questa situazione confusa e variegata, è di sospetto verso queste genti venute dal mare. Così, quando si pongono le condizioni per l'affermarsi di un nuovo potere centrale, di un dittatore, di uno Shogun forte, i Daimyo vengono sottomessi ad un giuramento di fedeltà e viene messa chiarezza nelle dispute religiose: in Giappone, non solo non devono esistere cristiani, ma, per due secoli, non dovranno approdare genti dal mare. Ne conseguono ovviamente persecuzioni da primo Impero e torture da inquisizione spagnola o peggio.

In questo contesto è ambientato Silence che ambisce a raccontare la storia degli ultimi due missionari gesuiti, inviati nel 1633, dal Portogallo, in questo Giappone ostile.

LA COMPAGNIA DI GESÙ NELLA STORIA E AL CINEMA

Quello delle missioni della confraternità fondata da Ignazio de Loyola è un argomento spinoso, anzichenò, attorno a cui si è passati da una sorta di damnatio memoriae a una importante rivalutazione; spetta ovviamente agli storici liberarlo dai rovi e dalle sue letture politiche, invece al cinema, l'argomento, offre la possibilità di attingere a una riserva preziosa di storie di uomini, dotti, europei, in giro per il mondo.

Portarono civiltà e scoperte per il Mondo o furono il braccio spirituale del colonialismo e del potere?

Il grande cinema preferisce la prima tesi e racconta storie di Gesuiti che, da una parte all'altra del Mondo, vengono osteggiati e combattuti dal potere; l'esatto opposto della forza di potere oscurantista che la compagnia di Gesù ha rappresentato in altri tempi e in altri luoghi.

Il successo più clamoroso è stato quello di The mission che, nel 1986, aveva portato la storia dei gesuiti contro i conquistadores dell'America Latina, alla ribalta del pubblico dei grandi festival.

IL FILM: LA TRAMA

Ma ritorniamo al film Silence, ove, invece, Scorsese mostra la storia di Padre Sebastiano Rodrigues e Padre Francisco Garupe che partono per il Giappone alla ricerca di Padre Ferreira, il loro padre spirituale, colpevole, secondo alcune voci, di aver abiurato la sua fede.

I due arrivano prima in Cina, dove incontrano Kishijiro, un giapponese che farà loro da guida verso il Giappone. Sbarcano poi con lui nel Sud del Giappone dove, in totale clandestinità, incontrano alcune comunità di Kakure kirishitan, i cristiani nascosti.

La vita delle comunità cristiane è estremamente dura, piegata dalla violenza del nuovo regime e dall'oppressione guidata dall'inquisitore. I due sacerdoti sono accolti come un segno della divina provvidenza, vivono nascosti nelle montagne, da cui scendono verso i villaggi nella notte per celebrare messa di fronte a dei fedeli possessori di un fede spirituale e di una devozione che richiamano quello delle comunità protocristiane.

Tuttavia, le orecchie dell'inquisitore sono sensibilissime, e ben presto arriva la persecuzione nel villaggio. Inizia un lungo processo di torture fisiche e psicologiche per i kirishitan.

Agli abitanti la scelta: calpestare l'immagine del Cristo oppure sarà il martirio per tutto il villaggio. Il braccio armato dell'inquisizione è ormai sulla testa di ogni abitante e il procedere dell'inquisitore possiede una terribile metodica calma, la beffarda sicurezza del vecchio saggio. La prima prova viene superata, la seconda no.

Per Rodrigues, ancora nell'ombra, si acuiscono i tormenti spirituali, dati dal senso di colpa o, perlomeno, responsabilità verso chi lo aveva accolto: la sofferenza dei martiri è la sofferenza dei confratelli che li vedono morire. Per Rodrigues, ai tormenti spirituali seguiranno anche quelli fisici, solo quando Kishijiro, novello Giuda, lo tradirà.

Il tormento continuerà in un crescendo di violenza fisica e psicologica che ha culmine nel momento in cui Rodrigues vede il confratello Francisco morire; infine, successivamente, incontrerà Ferreira, il suo vecchio padre spirituale, con cui vi sarà un determinante confronto.

IL FILM: I PERSONAGGI E LA FOTOGRAFIA

Il movimento fisico, i viaggi, della prima parte del film, nella seconda vengono sostituiti da un itinerario spirituale che rivelerà l'animo diverso dei tre gesuiti. C'è chi sarà intransigente nella fede e chi no; chi abbraccerà il buddismo e chi no; chi sarà illuminato dalla grazia e chi no.

Tra i giapponesi, detto dell’enigmatico inquisitore dalla voce beffarda, va ricordato l’interprete, una sorta di sua controfigura; tra i cristiani, spiccano i personaggi dj Kishijiro e dei due martiri, Mokichi e Ichizo. I futuri martiri sono coloro che accolgono i gesuiti in Giappone e sembrano possedere una fede così forte da sopportare il fardello della clandestinità e della responsabilità di un intero villaggio. Debole è invece Kishijiro, in cui il sottoscritto vede l’immzgine di Giuda, ma c'è chi in lui rivede lo stesso Cristo, forse e giustamente nell’atto di riscatto finale.

Nella rappresentazione, vengono mischiate, con grande equilibrio, le immagini dei supplizi e delle torture fisiche, con immagini che simboleggiano momenti di grande misticismo. Spettacolari sono le immagini grandangolari della spiaggia in cui si rincontrano i nostri due missionari gesuiti e straordinari sono i fermimmagine delle icone sacre in primo piano o della allucinazione deliranti in cui Rodrigues rivede in sé il Cristo.

CONCLUSIONE

Un film profondamente spirituale, quindi, e Scorsese è abilissimo a mostrare, nella violenza, un'idea di grazia e di sacralità che è tangibile anche per chi, come me, è estremamente terreno. Sicuramente un bel film, suggerito caldamente per queste spensierate serate natalizie.

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