Nell'enorme ondata di album progressive rock con cui la scena italiana ha invaso la Penisola nel 1973, sicuramente degno di nota è "Inferno", dei Metamorfosi. Il suono dei sintetizzatori ci trasporta attraverso un viaggio onirico, dove il mondo reale e l'inferno dantesco si intrecciano: i vari mali della società di oggi (non solo di 40 anni fa...) analizzati e descritti come novelli Dante, arrivando forse a prendere troppo sul serio gli argomenti trattati e a sfociare nel moralistico.
Nonostante questo, dal punto di vista l'opera è godibilissima, e si presenta come un concept album con i fiocchi, ed anche il confronto con l'originale poema non schiaccia il gruppo romano: come già detto, l'album non è certo una trasposizione musicale dell' "Inferno", e le citazioni dantesche presenti in alcuni brani servono solo ad arricchire ancor di più una struttura dalle ottime fondamenta.
Alcuni brani, come "Caronte", "Spacciatore di droga", "Malebolge" e "Lucifero" si impongono con le loro sonorità più cupe ed epiche, ed ottime pure fuori dal contesto dell'album.
Un album per tutti: appassionati di prog, curiosi del genere ed amanti della buona musica.
"....e fu così che noi tornammo a riveder le stelle."
Elenco tracce e video
Carico i commenti... con calma
Altre recensioni
Di DaveJonGilmour
E’ un’interessantissima rilettura in chiave moderna della Divina Commedia dantesca.
Il lavoro di mellotron e tastiere è a dir poco fantastico, con fughe e incursioni degne dei migliori tastieristi italiani dell’epoca.
Di BeatBoy
L'Inferno dei Metamorfosi si cala con i versi: "Sulle rovine di antiche città crescono fiori senza colore..."
I Metamorfosi si sono consacrati nell'olimpo del Prog Italiano grazie a questo tributo Rock al grande Dante Alighieri.
Di Dragonstar
Incontro demoni alati nell’arso abisso fumante della terra;
Echeggiano lamenti rotolanti nel cielo nero: il regno oscuro dei dannati.