Calmierati i bollenti spiriti di Maya del 2010 e riposta nel cassetto dei ricordi la discreta collaborazione con Madonna e Nicki Minaj per la Super-bowliana Give Me All Your Luvin' (con tanto di esibizione del dito medio durante il sacrale, no parental e sciccosissimo HalfTime Show del 2012), M.I.A. alleggerisce parte del suo bagaglio di eclettismo, genuina stravaganza e artistica cacofonia con il nuovo Matangi, il cui palese riferimento all'omonima divinità indù suggerisce un severo cambio di rotta rispetto alle infuocate atmosfere industrial-rave di Born Free. Il folletto cingalese ritorna agli albori della propria carriera e rispolvera in toto il succulento binomio esotico di Arular e Kala, lavori in cui i molteplici trip elettronico-sperimentali non potevano non sottostare al sapore Bhangra, all'hip-hop/urban antiradiofonico, nonché alle esplorazioni sonore subtropicali effettuate con l'ausilio del machete sintetico e dell'acid bongo.

Il capitolo di Matangi tenta, allora, un deciso compromesso fra il minimale Arular e l'etnico Kala senza comunque disdegnare l'esplosiva miscela grime-big beat di Maya. Supportata nell'iperuranio/firmamento/Parnaso induista dalle sue care divinità, M.I.A. connubia, unisce, fonde, manipola, imprime, estrae e crea "scompiglio" con pacata dolcezza e religiosa armonia, in un tutt'uno celeste che chiama a raccolta il tradizionale alleato avanguardista, super elettronico e tribal-futurista, ma anche qualche battaglione più "pop", vagamente radio-friendly e spiccatamente melodico-R&B utile a mettere d'accordo i fedelissimi della prima ora e i nuovi adepti interessati alla proposta. Entrambi troveranno un menù completo, un greatest hits gastronomico-musicale nell'indelebile segno del trio Arular-Kala-Maya. 

Il battesimo di Matangi è avvenuto più di un anno prima della sua uscita ufficiale, più precisamente con Bad Girls, stuzzicante brano hip hop finto gangsta, curiosamente ben accolto dal circuito commerciale MTViano. L'attesa, non troppo rapida, per la successiva Confermazione ha premiato i pazienti più tenaci regalando loro il Bhangra acidissimo di Y.A.L.A. e un bizzarro binomio di brani quasi identici, Exodus e Sexodus, entrambi presentati con il bravo The Weeknd e contraddistinti da un mistico mood R&B-trip hop-ambient, non troppo remoto da Paper Planes, atto a rompere parzialmente con la lunga coda tribal-friendly. In rete corre peraltro voce che Sexodus fosse stata proposta, inutilmente, dall'elfo cingalese a Madonna per il suo ultimo MDNA del 2012.

Veniamo ora al lato "etnico". Si parte con la title-track Matangi, un tour de force di pure, verginee sonorità bhangra, e si prosegue con il pastiche sperimentale di Warriors, il cui delirio elettronico-hip hop viene regolarmente interrotto da una preghiera tribale in "crema" di forti percussioni, nonché con il double face di Come Walk With Me, inizialmente funky-rock'n'roll e dunque trascinato in una tempesta bigbeat etnica. Vale la pena menzionare anche il reggae di Double Bubble Trouble (presto velocizzato sino alla conclusione salsa-latina) e il garage hip hop di Bring The Noize.

Matangi, ovvero un messale indù style predisposto dalla più piccantina delle anti pop stars. Nel caso in cui il gelo delle litanie nostrane non vi stuzzicasse, ecco una piccola sequela di inni da intonare ballando vorticosamente in occasione dello sposalizio fra natura e artificio.

M.I.A., Matangi

Karmageddon - Matangi - Only 1 U - Warriors - Come Walk With Me - aTENTion - Exodus - Bad Girls - Boom Skit - Double Bubble Trouble - Y.A.L.A. - Bring The Noize - Lights - Know It Ain't Right - Sexodus  

 

Carico i commenti... con calma