Una corda acustica pizzicata fa molto folk, mi diceva Stefano all’università. ‘Allora sarà folk’, ho pensato sentendo in cuffia le prime note dei Midwest. Poi è arrivato il suono di un banjo: che mi ha tolto ogni dubbio. E visto che il folk non è proprio ciò che mi intriga di più, stavo per abbandonare il Punto Ascolto della Fnac.

Invece (non avevo fretta), ho continuato per bene il mio ascolto, incuriosito dalla targa Homesleep, che di gioie me ne ha date (su tutte, gli Yuppie Flu), e dalle recensioni positive lette su questo Town And Country, che scomodano per un gruppo di ventenni varesini nomi come Rex, Califone e – beh – Sparklehorse.

Mi sono ritrovato presto, in mezzo al caos spendereccio del sabato pomeriggio, con gli occhi chiusi e totalmente immerso in un piacevole paesaggio sonoro dai colori pastosi e sussurrati. ‘Molta personalità’, ho pensato ascoltando la favola dolce e cruenta narrata con uno strano incedere scivoloso da Red Cheek; sempre più incuriosito, mi sono lasciato affascinare dalla semplice e intensa lentezza di In Your Life. E poi mi sono definitivamente innamorato, quando Ripple And Rise mi ha stupito con la sua patina old-fashioned, il bizzarro e morbido tappeto di piatti, le melodie sognanti, e quella voce, così leggera, esile e sporca. Ventenni, si diceva: se crescendo si migliora, sarà una meraviglia.

Alla fine il Punto Ascolto l’ho lasciato, ma diretto con decisione verso la cassa, con un cd in mano e un sorriso in volto, fiero di aver trovato un altro gioiellino per soddisfare la mia sete di bella musica.

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