Cantante e chitarrista inglese, attivo dalla fine degli anni '60, noto per mescolare folk, blues e sperimentazione improvvisata.

Nelle recensioni viene descritto come legato alla scena folk UK dei tardi anni '60, amico di Bert Jansch, Davey Graham e John Renbourn. Secondo la recensione di DeBaser rifiutò di suonare Trout Steel dal vivo per la sua complessità e, a metà degli anni '70, si ritirò in Spagna; la stessa recensione indica che in anni recenti vive e suona a Roma.

Recensione positiva di Trout Steel (1970): un album che unisce radici blues/folk e sperimentazione jazz/ambient. Cooper rifiutò di riprodurlo live per la sua complessità strumentale. Il disco alterna canzoni classiche e aperture improvvisative come "Pharaoh's March". Il recensore evidenzia l'originalità e la capacità del disco di toccare cuore e mente.

Per: Appassionati di folk britannico, blues d'autore e musica sperimentale/improvvisata.

 Cooper era anima mutante e inquieta, che dopo pochi anni di frequentazione dell'ambiente folk UK, benchè amico di Bert Jansch, Davey Graham e John Renbourn, se ne stancò, trovandolo troppo retrogrado.

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