Li chiamano vichinghi, disperati, pazzi, genii, nostalgici, sperimentatori. Alcuni li odiano, altri li amano, altri ancora sono spaventati solo dal loro nome. Suonano rock, pop, folk, jazz, country.
Come tributo vorrei recensire il loro concept album, anche se ho quella sensazione di lanciarmi in un'impresa piú grande di me...

Timothy's Monster, doppio cd o quadruplo vinile con l'ultima facciata scolpita quasi fosse un artefatto azteco.

L'album comincia con la dolce chitarra acustica di Feel che porta istintivamente ad alzare il volume, poiché è dolce e calma, però poi Trapdoor irrompe nelle casse e la prima cosa che si nota è che manca il basso, ma niente paura perché al momento giusto arriva una cascata di toni in bassa frequenza ad accompagnare il ritmo cristallino.
Si passa poi a Leave It Like That, dolce e spensierata... grande.
A Shrug & A Fistfull, un nome un programma, questa canzone è stata registrata nel salotto di Bent, la traccia si distorce, fa casino, fa saltare e mi fa domandare che tipo di isolante sonoro usino in Norvegia.
Kill Some Day rivela quanto è grande il mostro di Timothy, quanta melodia ha in sé, quanta energia.
On My Pillow, Beautiful Sister e Wearing Your Smell sono una sorta di canzoni semplici, di facile ascolto che fanno rilassare, e poi Now It's Time To Skate, bellissima, sembra proprio una storia d'amore. Punto.

Il mostro si incupisce sulle prime note di Giftland, e da qui si parte con puro Rock 'n' Roll psichedelico... si parte!

Durante Watersound, The Wheel, Sungravy, Grindstone e The Golden Core si sente aria di sperimentazione, di suggestione, ingegno musicale e pazzia. Ogni canzone è come un crescendo continuo.

Credo che sia uno degli album piú perfetti che abbia mai ascoltato, qui c'é tutto quello che cerco in una band, ci sono i suoni che amo di piú, gli strumenti che preferisco e i musicisti con la M maiuscola.

Lunga vita ai Motorpsycho!

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