Ancora una volta la psichedelia cosmica affronta quelle che sono le regole del mondo della natura e della fisica. È una fascinazione tipica e ricorrente, un aspetto che è centrale nei contenuti della neo-psichedelia. Se alla fine degli anni sessanta e negli anni settanta era solita una connessione tra la psichedelia e il mondo della natura, per quella che è la sua bellezza e il suo fascino evocativo, persino il mondo animale, oltre che quello vegetale, e si ricercava di trovare un approccio mistico, quasi subalterno alla natura e a quella che è la madre Terra, la musica che oggi suonano band come i Mugstar, quattro ragazzi provenienti da Liverpool, ridefinisce completamente questo schema.

Siamo davanti a un nuovo scenario. Qualche cosa di differente e possibilmente qualche cosa che dobbiamo considerare come l'approccio di una nuova generazione al mondo che ci circonda. Niente di strano comunque. Del resto la generazione precedente viveva durante gli anni della guerra fredda e sembrava di essere sull'orlo di un possibile olocausto nucleare. La paura e gli orrori della seconda guerra mondiale e delle bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaky erano ancora sotto gli occhi di tutti. Ma nel frattempo è passato un mucchio di tempo e possiamo dire che oggi l'uomo abbia superato questa paura. Non c'è più questo dannato timore che stiamo andando tutti quanti a autodistruggerci e l'uomo ha forse allora anche un approccio diverso al mondo che lo circonda, è più consapevole e in un certo senso è di nuovo quello che nel medioevo venne definito come 'homo faber fortunae suae'.

Naturalmente, questo nuovo approccio non può prescindere da quello che è lo storico confronto tra l'uomo e le forze della natura, considerando da un lato che ovviamente un compromesso sia sempre qualche cosa di inevitabile e forse la via più giusta, secondariamente che probabilmente l'uomo per compiere il proprio percorso evoluto debba necessariamente non contare sulla natura, ma superare questo legame e questo vincolo, così come un giorno superare quello che lo tiene legato alla stessa Terra.

I Mugstar non sono sicuramente una band nuova nel panorama della musica psichedelica. Sono in circolazione da una decina d'anni e molto probabilmente avete già ascoltato dei loro dischi, sapete di che cosa stiamo parlando e quale musica suonano. La derivazione principale è quella dalla classica musica kraut degli anni settanta (non a caso hanno anche rilasciato una registrazione con Damo Suzuki) implementata ovviamente con elemento drone e tipici dell'heavy-psych. Naturalmente il nuovo disco, un doppio LP rilasciato dalla Rock Action Records e intitolato 'Magnetic Seasons', riprende questa stessa tipologia di elementi e lo stesso percorso.

Non siamo davanti a qualche cosa che si possa definire di facile ascolto o come musica pop. Non c'è nulla di facile nei contenuti di questo disco per la verità e anzi potrebbe forse spaventare quella che è la lunga durata di oltre settanta minuti. Due canzoni come 'Remember the Breathing' e 'Ascension Island' hanno ognuna una durata maggiore ai quindici minuti! Parliamo in pratica di più di un'ora di musica e nella quale questi ragazzi cercano in tutti i modi di andare oltre il concetto di spazio e tempo e di praticare la loro personale lotta contro le forze della natura e le leggi della fisica.

Parliamo del magnetismo da prima ancora della nascita di Gesù Cristo. Il tema era centrale già nel pensiero degli antici greci e nell'antica Cina, che per primi cercarono di estrapolare i contenuti di questo ramo della scienza, che fu probabilmente in qualche modo poi 'definita' da Sir James Clerk Maxwell nel diciannovesimo secolo e per quelli che furono i suoi studi e scoperte nel campo dell'elettro-magnetismo. Per quanto mi riguarda, non sono uno scienziato ed è inutile io provi a addentrarmi nei contenuti scientifici della questione. Però, diamine, che cos'è che ci tiene uniti, voglio dire, quale forza fa sì che tutte le parti del nostro corpo stiano attaccate una con l'altra, invece di disperdersi e di dividersi in miliardi di piccoli frammenti. Tutto grazie a quello che è il magnetismo, probabilmente. Allora forse in qualche modo discutere di magnetismo è lo stesso che parlare della vita e ancora una volta possiamo concludere che non c'è una opposizione totale tra umanesimo e tecnica e un contrasto tra scienza e filosofia del pensiero. Ognuna non esclude l'altra. Anzi. E questo disco, chi lo sa, si propone in qualche modo proprio di dimostrare questo. Succede tutto in maniera - guarda caso - naturale e senza nessuna forzatura. Ascoltando 'Magnetic Seasons' si viene immediatamente colpiti dalla forza e la furia e dal groove tipicamente kraut e dagli elementi drone e dalle sonorità psichedeliche, ma andando avanti nell'ascolto quello che succede è ritrovarsi completamente immersi, avvolti all'interno del sound dei Mugstar e ritornare indietro a questo punto diventa difficile per tutti. Perché siamo attratti, siamo catturati da quella che a questo punto potremmo definire come una forza magnetica. Provateci, allora, a ritornare indietro se ne siete capaci. Se vi ritenete in grado di superare le leggi della natura. Sfidatela.

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