Potenti e leggeri, magniloquenti e kitsch, coraggiosi e commerciali, amati e odiati. Sono i Muse. Poche band sono riuscite a dividere la critica e gli appassionati come ha fatto il trio di Teignmouth negli ultimi anni. E anche questo nuovo lavoro farà sicuramente discutere.

"The 2nd Law" è il loro sesto album di studio ed è anche il loro album più eclettico. L'ascoltatore potrà trovare elementi di pop, lirica, soul, funk oltre al loro classico rock roboante. Ma come "The Resistance" era pregno di opera e musica classica qui è l'elettronica a farla da padrone soprattutto nella title track, una suite noise e dubstep in due parti ispirata dalla visione di un concerto di Skrillex.

Se "Unsuistanable" e "Isolated System" potrebbero destabilizzare in molti anche buona parte del resto del disco non è da meno. Infatti se l'apertura di "Supremacy" è Muse al 100% con tanto di chitarre isteriche, voce in falsetto e influenze morriconiane, le due tracce seguenti, il singolo "Madness" e "Panic Station", spiazzano con elettronica e funk-dance anni '80.

Interessanti anche l'inno olimpico "Survival", rock-opera in salsa Queen, "Animals", canzone politica contro le banche e gli speculatori ("Ammazzatevi, dai. E fate un favore a tutti quanti" canta Bellamy", "Explorers", ballata pianistica con archi simile ad "Invincible" e due-brani-due scritti e cantati per la prima volta dal bassista Chris Wolstenholme, la ballata "Save Me" ed il rock'n'Grohl di "Liquid State", in cui confessa la sua battaglia (vinta) contro l'alcolismo.

"The 2nd Law" rappresenta una svolta nella loro carriera, vedremo se sarà LA svolta come è stato "Kid A" per i Radiohead, Di sicuro è un album che pretende una grande elasticità mentale da parte dei loro fans (e non solo).

Amati e odiati, comunque Muse.

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