Myrath è una band tunisina di metal nota per mescolare influenze progressive/power con elementi e melodie nordafricane; negli ultimi album il sound si è spostato verso soluzioni più melodiche e accessibili.

Dalle recensioni fornite emergono alcuni membri e collaboratori: il cantante Zaher Zorgati, l'ex tastierista Elyes Bouchoucha, il collaboratore Kevin Codfert, il bassista Anis Jouini e il batterista Morgan Berthet. I testi recensiti evidenziano un percorso che va da un forte mix metal+sonorità arabe (Desert Call, Tales of the Sands) verso album più leggeri e orchestrali (Legacy, Shehili) con un parziale recupero della componente metal in Karma. Le analisi parlano anche di elementi AOR, sinfonici e di un orientamento più internazionale nelle produzioni recenti.

Due recensioni di splinter su DeBaser evidenziano l'evoluzione stilistica dei Myrath verso sonorità più leggere e melodiche. Shehili è descritto come un ulteriore alleggerimento rispetto agli esordi, mentre Karma mostra un parziale recupero della componente metal. Entrambi i testi valorizzano le influenze nordafricane e le melodie, pur rimarcando una perdita del mix originale per alcuni ascoltatori. Alcuni brani (es. "Child of Prophecy") sono indicati come esempi riusciti della band.

Per: fan di metal progressivo/oriental metal, ascoltatori interessati a influenze nordafricane nel metal e a chi cerca album melodici e orchestrali.

 Era forse il disco che attendevo di più.

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 I Myrath, una delle band che ho ascoltato di più lo scorso anno.

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Tu e Myrath
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