È una situazione alquanto strana. Si tratta dei rumeni Negura Bunget, una delle più portentose realtà black (e forse di tutto il metal) degli ultimi dieci anni, che però di fatto non sono più i Negura Bunget. Molti li ricorderanno per la loro formazione originaria: Hupogrammos, Sol Faur, Negru, ovvero gli autori di quei due capolavori spaventosi che rispondono ai nomi di "'N crugu Bradului" e "OM"; formazione che entrò in crisi per una diatriba interna, a seguito della quale i tre sciamani barbuti giunsero così nel 2009 all'amara decisione di chiudere baracca e burattini.

Purtroppo/per fortuna Negru non rispettò i patti e in un batter d'occhio il progetto Negura Bunget tornò a vivere, rinvigorito da una nuova corposa line-up che, oltre a Negru, contava altri cinque membri. Una cosa è certa: nonostante il drastico cambio di squadra l'anima dei Negura Bunget non si è smossa di una virgola, e il meraviglioso "Vîrstele Pamîntului" (2010), troppo bello per essere vero, è lì a dimostrarcelo. Ovvio, il sound si è comunque ammorbidito moltissimo (il black metal è ormai una pallida reminiscenza), le atmosfere si stanno facendo sempre più soffici e dilatate, ma sostanzialmente la 'Foresta Nebbiosa' è rimasta la stessa, con somma gioia dei suoi seguaci.

Ciò che ora mi auguro è che il caro Negru non si monti troppo la testa finendo per pisciare fuori dal vasino. Questa è la prima cosa che mi è saltata in mente dando un ascolto all'ultimo EP "Poarta De Dincolo". Nel migliore dei casi un mini cd può essere un lavoro comunque organico e concettualmente strutturato, pur senza avere la durata di un album vero e proprio; oppure può costituire un'interessante raccolta di qualche brano particolare/sperimentale o qualche rarità, insomma una piccola parentesi in cui ficcare curiosità varie che, sebbene prescindibili, stuzzichino l'appetito dei fan. In questo caso, però, l'arte di fare EP si riduce soltanto a un buon modo per fotterti ventotto minuti preziosi della tua vita (e magari qualche dindino dal portafogli), dato che i quattro brani proposti non sembrano nient'altro che rimasugli insipidi della sessione dell'ultimo album in studio.

Aldilà del fatto che le novità rasentino lo zero (cosa di cui francamente non mi può fregar di meno), la qualità di queste tracce oscilla tra la sufficienza scarsa e la cagatina stitica: suonate in modo impersonale, prodotte pessimamente, cantate di merda. Evidentemente l'abbandono dei due chitarristi Corb e Spin non ha giovato granchè alla band e, inoltre, l'assenza dell'acuto scream di Corb si fa sentire: Ageru adesso si ritrova da solo a sostituirlo completamente con la sua voce da troll delle caverne che, a lungo andare, si fa un po' irritante. Stendiamo intanto un velo pietoso sul suono delle chitarre, fastidiosamente ovattato, e di certo la piattezza nell'esecuzione da parte dei due nuovi chitarristi Urzit e Fulmineos (ma i soprannomi se li studiano di notte?!) non aiuta a risollevare le cose.

"Hotar" e la title-track sono i brani più brutti (termine scontato, ma quantomai riassuntivo) che i Negura abbiano mai scritto, e a dir la verità sono gli unici loro che mi sentirei di definire ufficialmente "brutti": va tutto bene finchè ci si trattiene nell'ormai tipico ambient/folk nebbioso (anche questo comunque al di sotto delle aspettative), ma le sezioni più metalliche sono terribilmente generiche, prolisse, smorzate... Non un disastro, ma poco ci manca. Si aggrappano alla sufficienza "La Marginea Lumii" e "Frig în Oase", la prima molto simile a "Hotar" ma lievemente più ispirata, mentre la seconda è un oscuro monolite dark-ambient di sette minuti che ricorda molto gli intermezzi folklorici di "OM", senza ovviamente eguagliarli in espressività nonostante il suo ampio respiro.

Insomma, come già detto, è una situazione strana... Da una parte mi vien da pensare che una scemata del genere Hupogrammos & co. non se la sarebbero manco sognata, dall'altra inizio ad essere restio a considerare questo gruppo come "Negura Bunget", specialmente a seguito dei continui cambi di line-up, spero non forieri di un imminente (inevitabile?) capitombolo. Intanto la band ha già annunciato di avere in mente un triplo concept-album sulla Transilvania e non so ancora se venirmi nelle mutande per questo o se lasciare in solaio qualsiasi aspettativa. In ogni caso, mi auguro che l'EP in questione sia solo una presa in giro e non un nuovo punto di partenza.

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