'Hitchhiker', il trentanovesimo album in studio di Neil Young, pubblicato lo scorso 8 settembre via Reprise Records, è stato accolto con pareri discordi da parte del pubblico e della critica.

Alcuni recensioni hanno voluto parlare di 'riciclo', una definizione che in queste situazioni viene adoperata per sottolineare quelle che si ritiene siano operazioni a scopo puramente commerciale. In altri casi di una pubblicazione per lo più inutile. In ultimo si è ritenuto sia un disco dedicato esclusivamente agli ascoltatori più appassionati a uno dei più grandi giganti della storia della musica rock.

Per la verità, considerando questa ultima osservazione come inclusiva ma non come la unica verità possibile, si può ritenere che questa pubblicazione - fosse rivolta nella specie solo a questa fetta di pubblico - sarebbe comunque sensata, considerandone la grande e universalmente riconosciuta popolarità. Ma conocendo Neil Young, che oltre che essere un grande musicista e un grande scrittore di canzoni, è un artista che più di altri ha storicamente dedicato particolare attenzione ai processi di registrazione e le qualità del suono (come non considerare tutte le sue idee e considerazioni alla base del progetto 'Pono' cui ha dedicato ampio spazio persino nella sua autobiografia 'Hippie Dream'), parlare di riciclo o comunque di una pubblicazione estemporanea non ha alcun senso.

'Hitchhiker' è una raccolta di canzoni che Neil Young ha registrato praticamente quaranta anni fa agli Indigo Ranch Studio a Malibu, California la notte dell'11 agosto 1976. Lo stesso Neil Young ha raccontato di questa sessione di registrazione in compagnia del suo storico produttore David Briggs e del suo amico e attore Dean Stockwell e in cui registrò tutte le canzoni di fila 'facendo pause solo per un po' di marijuana, birra e cocaina'.

Inevitabile pensare in questo caso a un altro degli episodi più 'tipici' (come se ce ne fossero di ordinari...) della produzione immensa produzione discografica di questo artista, cioè il mitico 'Homegrown', un altro disco di sessioni acustiche registrate tra il novembre 1974 e il genaio 1975 in giro per gli Stati Uniti e mai pubblicato finora.

Come per quello che riguarda le canzoni di 'Homegrown' praticamente tutte le registrazioni di 'Hitchhiker', ad eccezione di 'Hawaii' e 'Give Me Strength', sono state successivamente riproposte da Neil Young negli anni in diverse forme. 'Pocahontas', 'Ride My Llama' e 'Powderfinger' sono state pubblicate revisionate e nel secondo caso con una nuova registrazione dal vivo con i Crazy Hourse nel disco 'Rust Never Sleeps' del 1979; 'Captain Kennedy' è stata inclusa nel disco 'Hawks & Doves'; 'The Old Country Waltz' ('American Stars 'n Bars'), 'Campaigner' ('Decade'), 'Human Highway' ('Comes A Time') e la title-track 'Hitchhiker' ('La Noise') sono tutte quante state ri-registrate e proposte al pubblico in forme diverse da quelle originali e contenute in questa session a partire dagli anni settanta e fino al 2010 con il disco 'Le Noise' prodotto da Daniel Lanois.

John Hanlon, che è lo stesso producer delle ultime pubblicazioni di Neil Young, ha curato la post-produzione di queste registrazioni che sono adesso finalmente disponibili e proposte al pubblico con questo LP.

Gli arrangiamenti sono minimali e acustici in quella forma cantautoriale più autentatica e verace e che costituisce una delle forme in cui inevitabilmente Neil riesce a esprimere se stesso in una modalità chiaramente più intima e entrando più facilmente in contatto diretto con il suo pubblico e gli ascoltatori.

Per quanto mi riguarda ci troviamo chiaramente davanti a un disco non indimenticabile, ma oltre che a un pezzo della storia della musica rock degli anni settanta (come definire altrimenti un episodio come questo), davanti a una collezione di belle canzoni che evidentemente valeva bene la pena pubblicare e un nuovo colpo messo a segno da Young dopo la pubblicazione di quel bel 'manifesto' che è stato il disco 'Peace Trail' uscito lo scorso dicembre 2016 dopo il mezzo passo falso di 'Earth'.

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