Sin da quando ha esordito, nell'ormai lontano 2010, con quella "L'Uomo che Amava le Donne" che aveva convinto più di qualcuno delle sue capacità, il talento di Nina Zilli non è stato (quasi) mai messo in discussione ed effettivamente, per quanto possa piacere o meno, non si può negare che la ragazza sia dotata di capacità tecniche e vocali e di una presenza scenica capaci di oscurare ben più "illustri" colleghi. Quello che è da sempre stato il problema dell'allora esordiente vocalist era semmai un altro, decisamente slegato da fattori meramente tecnici: la personalità.

E va detto che, nonostante siano passati 5 anni e la Zilli sia già giunta al terzo lavoro in studio, tale problema continua a persistere, dato che non sembra avere ancora trovato una sua identità autoriale e interpretativa, divisa com'è tra black music e canzone italiana, tra Nina Simone e Mina. Ciò non vuol dire però che "Frasi&Fumo" sia un disco mal riuscito, anzi per certi versi questo suo guardare al soul e al blues da una prospettiva consapevolmente italiana salva la sua autrice dal diventare quel clone di Amy Winehouse che in molti l'accusano di essere e di conseguenza il lavoro ne guadagna in varietà, dividendosi bene tra pezzi di estrazione italica ("Dormi, Dormi", "Se Bruciasse la Città", cover di Massimo Ranieri, e "Cadevo Piano"), R&B, blues e soul ("Sola", "Fra il Divano e le Nuvole", "Frasi&Fumo"), senza tralasciare qualche tocco di reggae e bossa nova ("Lei Dice", "Una Breve Vacanza").

Un album ben fatto e onesto, insomma, che scorre senza intoppi anche grazie alla voce sempre sinuosa ed elegante della Zilli, perfettamente a proprio agio in queste sonorità, anche se, almeno per ora, sembra mancarle quel quid in più che la possa far emergere in un panorama musicale sempre più affollato. Certo, il miglioramento da "L'Amore è Femmina" c'è ed è evidente, complici anche una produzione forse un po' troppo pulita per questo genere, ma molto meno patinata e tutt'altro che piatta come nel precedente disco, e il fatto che la ragazza sembra aver capito che la sua strada, musicalmente parlando, stia a metà tra i confini nazionali e quelli internazionali, ma questo non basta a entrare tra le schiere dei grandi. Ed è un peccato, perché Nina avrebbe tutti i mezzi e le capacità per farlo.

Carico i commenti... con calma