Noekk è un progetto che nasce ad opera di due musicisti tedeschi molto poco noti, provenienti dalla scena folk teutonica: i due si presentano dietro gli pseudonimi di Funghus Baldachin, tastiere e voce, e F. F. Yugoth, batteria e basso, con le parti di chitarra in condivisione.

La band sembra avere l'intenzione, con questo primo album (2005), di dare una grande dimostrazione di ecletticità ed al contempo rendere un omaggio a storici complessi prog-rock del passato, quali King Crimson e Van Der Graaf Generator.

Il risultato è sicuramente interessante e vario, anche se rimangono dei dubbi sulla repressione della noia in alcuni frangenti, da parte di quegli ascoltatori generalmente refrattari alle profusioni sperimentali. Come già accennato il disco mescola parti di rock progressivo dalla ritmica più o meno ruvida a parti aventi elementi dark, folk e persino doom, per certe cadenze.

L'ascolto si presenta, ad un orecchio molto attento, dominato da un climax discendente e poi di nuovo ascendente: il brano d'esordio alias title-track "The Watersprite", è quello che si presenta infatti più propriamente prog-metal e più pesante (si fa per dire); procedendo, le atmosfere diventano più soffuse e introspettive per poi riesplodere in un riff trasudante rock nel brano di chiusura "The Riddle Seeker".
Il fulcro dell'album è sicuramente la cover dei Dead Can Dance "How Fortunate Is The Man With None", che rappresenta il momento culminante del viaggio introspettivo e una canzone dalle pure reminescenze dark. Qui la rivisitazione s'inchina all'eredità di Peter Hamill, storico leader dei Van Der Graff, e il suo timbro di voce ridondante e retorico sembra a tratti rivivere in Baldachin. Oltre alla cover, le canzoni più valide sono dal mio punto di vista "Strange Mountain", che per il grande crescendo d'intensità ricorda alcuni brani di Pawn Hearts dei Van Der Graff, e "The Fiery Flower", anche soltanto per il vellutato intro eseguito con il flauto.

Si tratta di un disco chiaramente privo di pretese commerciali e indirizzato soprattutto ad un pubblico galleggiante sulle arie folk progressive dei grandi gruppi settantiani, facendo attenzione tuttavia alla presenza valorizzante di striature metal e rock classiche.

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