Noel Gallagher ci aveva avvertito, gli Oasis non sono innovatori, non sperimentano, vogliono solo colpirti con canzoni semplici che sono instant classic e si incollano alle orecchie e al cuore al primo ascolto, con questo spirito nasce Definitely Maybe, primo album della band mancuniana.
Anticipato dai singoli "Supersonic", "Shakermaker" e "Live Forever" esce il 30 Agosto 1994 e viene proiettato immediatamente al numero uno delle charts inglesi grazie alla sua impressionante forza trascinante che contribuisce a creare quella che già si profilava come un'autentica Oasismania, spinta anche da media entusiasti per aver finalmente trovato eroi per un popolo, quello britannico, al quale ormai da tempo mancava un punto di riferimento musicale che sapesse così ben interpretare il working class lifestyle, fatto di risse, ansie per un futuro incerto, bevute al pub dopo frustranti giornate di lavoro, crisi di coppia consumate nelle grigie giornate delle suburbie inglesi, ma anche un grandissimo desiderio di rivalsa e una selvaggia voglia di vivere.
Definitely Maybe è un condensato del meglio che la musica inglese ha sfornato dai sixties fino ai primi anni '90, volumi di chitarra e voce al massimo, psichedelia, violenza e candore si fondono dei solchi di DM.
Si parte in quarta con ""Rock 'n' Roll Star" nella quale i nostri si autoproclamano al mondo come le nuove stars del Rock, in realtà è il loro sogno che fa da contraltare ad un paesaggio urbano che lascia poco spazio per uscirne ed essere finalmente illuminati dal sole del successo, si prosegue con Shakermaker", pittoresco ritratto su base psichedelica nel quale compaiono strani personaggi quali Mr.Pulito e Mr.Ordine, di notevole impatto soprattutto nei live la canzone si fa notare anche per la somiglianza con "I'd Like To Teach The World To Sing" dei New Seekers utilizzata negli spot anni '80 della Coca Cola, ma è alla terza posizione che si trova il capolavoro dell'album, "Live Forever" è un vero e proprio inno alla vita, dove un testo che può sembrare ingenuo ci ricorda quello che in realtà è l'obiettivo di chi è dotato di capacità e sensibilità superiori alla media e cerca un modo di esprimerle: realizzare qualcosa di eccezionale e vivere così per sempre.
La successiva "Up In The Sky", dal testo piuttosto strampalato, è buona per muovere le gambe mentre in "Columbia", vero e proprio cavallo di battaglia ancora oggi nei live, affiora un Noel spaesato alle prese con sensazioni tutte nuove, indefinite, chiedendosi se ci sta confondendo o ci sta ammaliando, a giudicare dal riscontro della canzone nei concerti la seconda che ha detto, le stranezza proseguono con "Supersonic", pezzo trascinante e vera e prorpria esortazione a prendersi tutto e subito, sfrontatezza pura e andamento ipnotico ne fanno una vera e propria hit, il ritmo si fa di nuovo incalzante con "Bring It On Down" in cui le chitarre sferragliano e "McCarrol" picchia sui tamburi come un forsennato mentre Liam si produce in una prestazione vocale (filtrata al vocoder nel bridge) devastante come richiesto dal pezzo, "Cigarettes And Alcohol" paga chiaro tributo a "Get It On" dei T-Rex ed è un pezzo blueseggiante e festaiolo con tanto di white lines a corroborare gli animi della band alle prese con alcool e sigarette in attesa di tempi migliori, "Digsy's Diner" è la descrizione dello strano approccio del protagonista con una ragazza, con promesse di tè alle tre, fragole e panna, lasagne e trattamenti da regina, puro advertissement che apre la strada al pezzo mailinconico dell'album: "Slide Away" con la struggente interpretazione di Liam che si arrampica su un testo che tratta l'amor perduto e ritrovato, parole poco originali ma anche per questo semplici e di sicura presa, la chiusura è affidata a "Married With Children", dove la sola chitarra acustica accompagna la voce di Liam nel racconto di una crisi di coppia certamente reminescenza della difficile
infanzia dei piccoli Gallagher, una perla a suggello di un disco di pietre preziose.
Potente, fresco, immediato e spontaneo Definitely sembra quasi suonato in presa diretta, il wall of sound caratteristico degli Oasis fa da sfondo alla voce sfavillante (sebbene ancora immatura) di Liam che canta le melodie di un Noel nel pieno della sua forza creativa.
Un debut album magnifico e tra i migliori dischi degli anni '90 che si appropria del meglio del pop e del rock britannico e che regala alle masse the next (e per ora the last) big thing inglese.

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