Amburgo, anno 1976; il progressive rock rimane duro a morire in terra tedesca, convive felicemente con tanti altri generi e perché no, anche con il nuovo venuto, il "proto punk". Da pochi mesi un fuggiasco della Brain Records, certo Günter Körber, ha aperto una nuova etichetta indipendente, la Sky Records; ricetta per il successo: soffiare alla Brain il maggior numero possibile di formazioni tedesche all'epoca in voga senza badare troppo a stile, genere d'appartenenza, devianza politica, etc.; questo l'imperativo categorico di Körber. Nel frattempo però la Sky deve farsi le ossa ed osando un pochino prende contatti con formazioni sconosciute i cui demo tape erano stati respinti anni prima proprio dalla Brain. Verranno alla luce in questo modo formazioni minori, attive da anni ma snobbate dalle case discografiche, alcune veramente interessanti come i Ramses, gli Streetmark, i Bullfrog, gli Shaa Khan e questo quintetto di Steinheim che dal 1973 si fa chiamare Octopus.

Per tre anni la formazione aveva suonato esclusivamente dal vivo un "hard prog" energico, al richiamo del contratto discografico i quattro musicisti più la cantante femmina non si fanno trovare impreparati ed anzi, proprio all'ingresso in sala d'incisione ammorbidiscono i toni a favore di un rock progressivo dai connotati leggermente spaziali, questo per cercare la giusta sintonia con altre produzioni della primissima ora Sky, quasi tutte incentrate sullo "space rock". In poco meno di un mese il loro primo album è registrato e pronto per la stampa; "The Boat of Thoughts" uscirà all'inizio del 1977 e inaspettatamente riscontrerà un'accoglienza molto favorevole da parte del pubblico e della critica. Il successo spingerà la Sky a produrre altri due superlativi dischi degli Octopus ma rimaniamo al primo.

Tutti e sei i brani che lo compongono sono velocissime opere di virtuosismo collettivo, tanto alla batteria di Frank Eule quanto al basso elettrico di Claus D.Kniemeyer; saranno tuttavia le tastiere (soprattutto organo Hammond) di Werner Littau e le chitarre (acustica ed elettrica) di Pit Hensel a dare il meglio di se, senza contare le potentissime sfuriate canore di Jennifer Hensel, sorella del chitarrista nonché leader, le cui esibizioni nulla hanno da invidiare alle voci più note del rock inglese o statunitense del periodo. La Hensel canta in un inglese senza accento tedesco; la sua presenza diviene spesso essenziale andando ad impreziosire le composizioni estremamente curate nell'arrangiamento perlopiù melodico ma sempre e costantemente dal buon tiro. La marcia centrifuga di "We're Losing Touch" è ciò che rimane degli Octopus del periodo hard rock, notevole l'intermezzo di grande effetto che esalta non poco le qualità timbriche della cantante. Giocherellona e subalterna, "Kill Your Murderer" si presenta come pezzo dotato della classica struttura "strofa, ritornello e varianti"; è canzone femminista dotata di esaltanti riff di chitarra e momenti tra nenia fanciullesca e reminescenze gotiche sempre con il basso ben incollato ai guizzi repentini dell'elettrica. Passata e perdonata l'unica fase trita dell'album, la canzone "The Delayable Rise of Glib", il contenuto dei testi, perlopiù romantico come nella migliore tradizione progressive, viene posto in uno stato di scontro aperto con l'aggressività dei passaggi di chitarra in "The First Flight on the Owl", brano che dopo la lunga e possente premessa lineare subisce deformazioni dovute ai repentini cambi di ritmo. L'atmosfera si fa più eterea, spaziale e desolante nell'incedere maestoso di "If You Ask Me" e nella barocca suite di chiusura "The Boat of Thoughts" grazie soprattutto ad un apporto maggiore di tastiere quali Minimoog, piani elettrici e tappeti Mellotron, proprio negli ultimi due pezzi citati la giusta compensazione tra i vari strumenti in gioco e la voce forsennata raggiunge picchi oserei vertiginosi.

Un disco che consiglio vivamente non soltanto agli amanti del genere ma anche e soprattutto a chi apprezza lo space rock alla Eloy e perché no, anche a chi normalmente s'interessa all'hard rock melodico.

Carico i commenti... con calma