In Occidente quando si pensa al metal giapponese il primo nome che viene in mente sono i sicuramente i Loudness, tuttavia il Giappone nel corso degli anni ha dato vita ad altre importanti band. Gli Onmyo-Za formatosi ad Osaka nel 1999 sono considerati una delle più importanti band metal in Giappone. Fino ad oggi hanno pubblicato una catena di album di grande successo, con i loro ultimi sette album consecutivi non inferiori alla 13° posizione della classifica giapponese. A livello di musica, la loro caratteristica è quella di fondere l'heavy metal classico (simile a quello degli Iron Maiden e Judas Priest) con la musica folk giapponese. La cantante Kuroneko ("Gatto Nero") nome d'arte di Akiko Kunimoto è considerata una delle migliori cantanti metal nel suo paese d'origine e viene citata da numerose donne che suonano in varie rock\metal band in Giappone.

Il disco intitolato Fuuin Kairan è un EP rilasciato dalla King Records nel 2002, contiene brani inediti scritti tra il 1999 e il 2001 che non sono riusciti ad entrare nei tre album precendenti. A differenza di questi, si nota una maggior cura per la produzione (in quelli precedenti è ancora acerba, probabilmente a causa del limitato budget a disposizione) una maggiore maturità negli arrangiamenti e uno stile più personale. Dodomeki (un demone del folklore giapponese, si tratta di una donna ladra. Le monete che ha rubato si sono trasformate in centinaia di occhi sulle sue braccia.) inizia con un riff guidato dal basso e la traccia risulta essere molto thrashosa e pesante e il cantato femminile da ulteriore feeling e potenza alla canzone. Lo stesso è per la successiva Kamaitachi (si riferisce ad un mitico mostro cinese, Qiongji) è caratterizza da riff taglienti e armonici artificiali. Da citare, è la lunga Tsuchigumo Kitan che parte con un riff e un ritmo molto Sabbathiano, si trasforma brevemente in un brano Speed Metal dopo il ritornello per poi tornare allo stile iniziale. Segue poi Uwabami Banzai ("Evviva i bevitori pesanti") che è caratterizata da un groove tipico delle band blues degli anni '70. Altro highlight è Shinshoku rinne ("Ciclo d'erosione") molto pesante e con persino un blast beat. L'album si chiude con la ballad Tsuki hime ("La principessa della luna") il brano si riferisce a Kaguya, protagonista del Taketori Monogatari ("Il racconto di un tagliabambù") datato al X secolo, e considerato il più antico esempio di narrativa nel Paese, recentemente è stato rilasciato anche un film d'animazione che si basa su questo racconto, recensito qui da joe strummer. La traccia comunque si caratterizza per elementi acustici molto ben riusciti.

In conclusione questo è un ottimo album di puro heavy metal e consigliato a tutti coloro che amano i Loudness e il metal giapponese in generale.

8,9\10

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