La casa discografica indipendente Bar La Muerte, ha sempre significato per me un'ottima alternativa contro l'ormai noto e noioso panorama musicale italiano. In questo caso ci viene proposta una band che ha dovuto un pò faticare per guadagnarsi una fetta di pubblico, gli OVO. Questo duo musicale pur ricalcando lo stile musicale indie, rende originale il proprio sound, in particolare la voce della cantante polistrumentista (suona violino, chitarra e l'armonica) Pedretti che possiede uno stile vocale cantilenante e ipnotico, nonche straziante e mi da la sensazione di una ragazza che esalta il suo lato primordiale e feroce. Il proprio sound è uno sludge lento ed angosciante, un miscuglio malefico tra Melvins e Sunn O))) con venature noise e industrial. L'estremismo e la disperazione nella loro forma più occulta espressa in modo primordiale, insaporita da un immaginario grottesco e psichedelico (rappresentato un pò anche dalle loro copertine). Atmosfere oniriche, un sedativo beneficiente pur condito di sofferenza e urla. Le canzoni sono abbastanza diverse, ad esempio canzoni altamente atmosferiche e agghiaccianti come Mezzanotte, Crash e 610 Ragazze nella Vasca Rossa sono distanti dalla ferocia hardcore di Hellyeah, che a sua volta è differente da Il Panno Strappato, un jazz fresco ma anche schizofrenico dove il violino della Pedretti si sposa molto bene con l'industrial.

Gli OVO non sono che un cocktail velenoso, con un colorito abbastanza invitante ma che può risultare fatale, o come un funghetto allucinogeno che all'apparenza è indifeso e insignificante nella foresta (in questo caso nel panorama musicale nostrano) ma che potrebbe far impazzire anche un orso.

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