"Non voglio fermarmi, cazzo!Sono Ozzy Osbourne e fanculo i reality, i soldi e tutto il resto!"
Fondamentalmente l'ultimo album di Ozzy Osbourne potrebbe essere riassunto con questa semplice frase, poiché è proprio questo il senso della composizione nel 2007, 6 anni dopo "Down To Earth", di "Black Rain" (e anche e soprattutto del trascinante e catchy singolo "I Don't Wanna Stop"). Quando un po' di tempo fa si accendeva la TV e si vedeva questo anziano signore fare il deficiente davanti alle telecamere di MTV con la sua degna famigliola di inetti dicevi: "Guarda questo! Ha fatto genialità con i Sabbath e con la sua carriera solista componendo classici rock come "War pigs" o "No More Tears" e ora eccolo là schiavo della moglie e dei soldi, si fotta!". Forse,anche Ozzy riguardandosi indietro direbbe le stesse cose su di lui, tanto era grave quello che stava facendo, però meglio tardi che mai come si suol dire, e questo "tardi" prende il nome di "Black Rain"! Un disco che ho apprezzato moltissimo per l'approccio e l'attitudine con la quale Ozzy, Zakk Wylde, Mike Bordin (ex-drummer degli indimenticabili Faith No More) e Blasko (bassista misconosciuto) si sono dedicati alla stesura di questi 10 pezzi, che per la prima volta non sono diretti alla continua ricerca del Sabbath-sound o di copie e copiette di "Iron Man" o "NIB", qui Ozzy cerca di reinventarsi e di rendere la sua proposta moderna, accattivante e squisitamente "rock", un rock diretto, caldo, potente, complesso e ben strutturato che permea ogni pezzo di "Black Rain", a partire dalla title-track dal gusto fortemente politico(molti hanno perfino intravisto l'erede di "War Pigs") e provocatorio che dal punto di vista musicale si rivela una delle song più azzeccate e in cui fa capolino dopo tanti anni anche l'armonica del Madman, un pezzo a cavallo tra i tempi moderni e gli anni 70, chiodo fisso soprattutto per il tipo di riffing di Zakk, incisivo più che mai in questo decimo album in studio del Principe delle Tenebre.
Canzoni sicuramente heavy e di impatto assicurato sono il già citato singolone "I Dont' Wanna Stop", heavy rock compatto con un occhio di riguardo al drumming martellante di Bordin, "11 Silver", una delle composizioni più veloci e con parti di chitarra e un assolo davvero davvero gustosi, lo stesso vale per "Countdown's Begun", penultimo episodio che porta il segno inconfondibile dei Black Label Society, band personale del poliedrico Zakk Wylde, grande protagonista soprattutto per gli assoli dell'album.
Un'altra song degna di Ozzy è sicuramente l'opener "Not Going Away", un pezzo cadenzato con un buon riff portante, che presenta sul finale anche un pizzico di elettronica e degli effetti vocali che storpiano il cantato del Madman senza però abbruttire il pezzo, che risulta di sicura presa per il ritornello che ti si ficca in testa. Spazio anche alla melodia con la piano-ballad "Here For You", highlight di "Black Rain", con le varie influenze beatlesiane che Mr. Osbourne non ha mai abbandonato. I restanti pezzi rimangono tutti su buoni livelli e discrete qualità compositive, ma qualche riga è da spendere per "The Almighty Dollar", senza dubbio tra le più interessanti proposte di "Black Rain", una song moderna, che oserei definire "nu", con introduzioni di basso slappato, movimenti sincopati e voce altalenante, canzone strana e quindi ammaliante!
Potrete accusare queste 10 song di essere la solita roba trita e ritrita che Ozzy vi propone da anni, ma sarebbe troppo banale e sciocco dirlo poiché musicalmente parlando "Black Rain" da una scossa a Ozzy e alla sua carriera solista, ormai in evidente stagnazione, e evita per il momento altre maldicenze e umiliazioni per l'ex-singer dei Black Sabbath, un prodotto fatto bene e dal forte significato morale di speranza e di ripresa di uno dei più importanti personaggi che la scena heavy metal abbia mai avuto.
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