Il groove dei fiati, è l'ennesima esigenza creativa di Pat, che non intende fermarsi dopo il grosso successo di "American Garage" e cercare nuove emozioni sonore. Sembrerebbe un disco un po' fatto in casa "80/81", con amici storici come Charlie Haden o Jack DeJonette o le vecchie conoscenze Dewey Redman (sax tenore) e Mike Brecker (sax tenore 2), registato in pochi giorni. Di fatto in alcune parti l'album sono un omaggio al maestro Ornette Coleman.

Cd uno

Il primo brano "Two Folk Song" dura 20 minuti, ed è diviso in due parti, la prima composta da Pat, la seconda da Haden. Sebbene il sound iniziale sia morbido e melodico, va via via distaccandosi dal mood fusion e diventa sfrenato free jazz-country-folk. Sonorità complesse di cui però il quintetto va fiero, in quanto espressione di libertà musicale senza limiti. Da sottolineare l'intenso solo di DeJonette (batteria). I toni scendono nella parte finale, più acustica ed accentuata.
"80/81" è squisita. L'intro ricorda un imprinting alla Coleman, così come lo sviluppo del tema. I discepoli Haden e Redamn ne sono eccellenti interpreti. Pezzo tosto e pieno di espressività.
Indimenticabile e insopportabilmente triste la riproposizione di "The Bat" in chiave doppio-sax i cui l'incontro di souni risulta ancora più struggente. La parte centrale acustica di Pat è molto tecnica.  Segue Haden con un solo toccante. L'incontro Gibson-sax è di profondità stupefacente. Il pezzo finirà come traccia conclusiva sullo sperimentale "Offramp".
"Turnaround" è il vero omaggio a Ornette Coleman (il pezzo è suo). Apre Haden, profondo, per introdurre un Pat a briglia sciolta in ottima forma. Si spazia nel jazz-blues con ritmica poco aggressiva, ma grande velocità esecutiva dell'affiatato trio. Urlo liberatorio finale.

Cd due.

Isterico e delirante. E' il folk di Pat Metheny. Un movimento di 15 minuti, quasi senza tregue, con il supporto indiavolato di Jack DeJonette. Suoni distorti e vivace improvvisazione caratterizzano "Open". Impazza anche il free Jazz dei sax di Redman e Brecker, in più splendido solo di Haden, nella parte centrale. E' un percorso oscuro fatto di suoni occulti ed acustici che spaziano nell'aria soffocando il respiro degli attoniti spettatori, in un crescendo collettivo di pazzia espressiva in cui si sperimenta la propria esuberanza tecnica, in un sussulto di emozioni dove gli artisti si trovano ed intrecciano, giocano tra loro come insetti danzanti.
Composta da Pat "Pretty Scattered" è pura poesia jazzistica, con il binomio Brecker-Redman che danno indubbiamente il meglio. Allineati, sovrapposti, perfetti. Poi spazio al trio, i fiati riposano. Pat si esprime su livelli altissimi di concentrazione e qualità. Il suo sound è formale, didattico, ma libero da vincoli spazia in velocità e multicromie. Segue improvvisazione alternata d'alta scuola del binomio sax.
Per chi necessita di tranquillità, si prega di procedere al pezzo tre; melodia struggente composta da Metheny ed interpretata con phatos indimenticabile dal grandissimo Brecker.   "Every Day" è magica, morbida, avvolgente come una calda,  malinconica coperta di ricordi, dove troverete un'orchestrazione raffinatissima e una struttura ritmica variegata ed intensa. La parte centrale è lasciata a sonorità elettroniche fusion, che spezzano un po' il tema iniziale: Pat accompagnia la magia di Brecker sia con elettrica (Gibson) che con acustica (Guild).  
"Goin' Ahead" è un pezzo acustico in solitaria. L'atmosfera intima di questa ballad è tratteggiata dal sibilo delle dita di Pat che strisciano sulle corde.

Il livello tecnico del disco è eccellente. Un doppio album che denota la forza della "libertà artistica" che caratterizza e caratterizzerà  il chitarrista del Missouri. Ascoltarlo più volte regalerà emozioni sempre maggiori. Eccellente davvero.

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