“Inganno” pubblicato c/o Leonardo nel 1991, Einaudi nel 2006 e Mondadori nel 2015 mica pizza e fichi.

Ecco un libro o libretto (dato che consta in circa una centocinquantina di pagine) “Deception” del 1990 che non consiglierei a nessuno (ma anche no, ovvero lo consiglierei a tutti) tranne che ad una coppia di amanti (poiché di loro tratta) che potrebbe rispecchiarvisi e attingere o evitare qualcosa nei loro discorsi o comportamenti prima e dopo aver fatto bene o male all’amore.

Ho faticato a giungere alla fine e m’ha annoiato non poco nonostante fosse scritto in maniera intelligente (riportandoci a temi sempre riccorrenti in Philip Roth come il sesso, la crisi del matrimonio, senza trascurare la condizione degli ebrei nella società occidentale, il tradimento, il cancro, il dongiovannismo, la psicanalisi, l’antisemitismo assai diffuso fra gli inglesi) e costruito su frasi scambiate prima (mi pare anche durante, ma non ricordo bene, essendo passati molti mesi dalla sua mesta lettura) e dopo amplessi clandestini da un paio di persone che hanno pochi interessi in comune se non il sesso e la voglia di rimanere poi distanti l’uno dall’altra (almeno così m’è parso alla fine).

Qualcosa di autobiografico (oltre al nome dello scrittore protagonista, che fa Philip) c’è, come quando cita le proprie letture che possono andare da James Joice a Fëdor Dostoevskij a Gustave Flaubert o quando scrive: “La scrupolosità si faceva gabbia di sé stessa, il rifiuto di contaminarsi con l’esperienza della vita reale, cosa che per poco non ebbe l’effetto di strangolare la sua arte….

… Tutta quella timidezza, travestita da <<discrezione>>, nei confronti delle contraddizioni e degli impulsi pagani di un uomo. Il terrore della dissacrazione e la paura della vergogna. Come se nel cuore della natura di uno scrittore ci fosse la purezza. Il cielo aiuti un simile scrittore! “ e subito dopo: “Nel cuore della natura di uno scrittore c'è il capriccio. Curiosità, fissazioni, isolamento, veleno, feticismo, austerità, leggerezza, perplessità, infantilismo eccetera. Il naso nella cucitura di un indumento intimo: ecco la natura dello scrittore. L'impurità.”,

oppure: “Nel cuore della natura dello scrittore c’è il capriccio” insomma non la purezza, semmai le fissazioni, le perplessità, l’infantilismo, la curiosità, pare che per diventare uno scrittore, occorra perdere gli scrupoli.

Senza spoilerare troppo, ad un certo punto succede quel che trasforma l’intreccio delle vicende della coppia clandestina in un accattivante colpo di scena ovvero la moglie del protagonista rinviene il manoscritto sul quale sono annotati tutti i dialoghi riportati nel libro e qui scatta l’accusa di tradimento… ma il resto se davvero v’interessa ve lo dovete leggere da soli.

Concordo con chi scrisse di questo romanzo nel suo blog ”La linea sottile tra realtà e finzione”, dove il registro del “racconto” si mantiene elevato, come si addice al considerevole livello culturale dei personaggi di Philip Roth.

Mai una sbavatura nei dialoghi, mai una sciatteria o una parola fuori posto.

Tutto è così pulito e perfetto da apparire irreale.

Sembra questa la forza, e a volte il limite, del grande romanziere americano: una scrittura così limpida diventa una delizia per alcuni lettori, ma se esasperata (come a volte succede in queste pagine”, rischia di assomigliare ad un esercizio di stile quasi onanistico… e niente.

n.b. non tutto ciò che sta scritto qui (come in altre mie) è farina del mio solo sacco…

p.s. mi son letto dopo aver steso la mia recenziuola, questo molto bell’articolo di Annalena Benini sul Foglio https://www.ilfoglio.it/articoli/2015/02/15/news/storia-damore-e-disamore-80945/ in cui ci rende partecipi di una parte biografica su Philip Roth ed i suoi trascorsi di coppia citando anche “Inganno” e mi ha fatto conoscere PR sotto un’altra luce, non proprio encomiabile ma tant’è, nessuno è perfetto, leggetevill’…

p.s.2 sempre dopo leggo su cosmopolitan.com riguardo a questo romanzo che “L’inganno finale è la rivelazione che, come in qualsiasi relazione, la storia cambia a seconda di come ce la raccontiamo.”, ehm, niente di più vero e chi è stato tradito o ha tradito lo sa…

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