Buon gusto: questo è il primo termine che mi viene in mente ogni qualvolta ascolto un disco del pianista-tastierista Philippe Saisse.

Saisse è un nome poco noto ai più, pur vantando un curriculum di tutto rispetto: francese trapiantato negli Stati Uniti, studia con Gary Burton, già dai primissimi anni della sua carriera si ritaglia un ruolo di sideman di lusso per collaborazioni di prim'ordine con artisti di estrazioni diversissime: Rolling Stones, Chaka Khan, Al di Meola, David Bowie, Al Jarreau, David Sanborn, Rod Stewart, Gato Barbieri e molti altri.

Nel 1988, sotto l'egida della nota etichetta Windham Hill, dice l'ultima parola sulla cosiddetta musica New Age con "Valerian", un'ora di divagazioni pianistiche neoromantiche, in compagnia dell'ineffabile basso fretless di Mark Egan. Ma i tempi cambiano, e Saisse non esita a cambiare stile e a cavalcare le nuove tendenze, anche furbescamente se vogliamo, ma dando sempre alle stampe prodotti degni di interesse, sempre guidato dalla sua stella polare: il buon gusto, appunto. E così il nostro mette il suo pianismo raffinato e discreto, ma sempre di una certa levatura, al servizio di un gradevolissimo cocktail di soul, funk, jazz ed hip-hop. Nascono così lavori come "Next Voyage" e il recente "The Body and Soul Sessions", interamente strumentali, mentre questo "Ready to Go", vede la partecipazione della voce vellutata di Kelli Sae (già con gli Incognito), nonché dei due ottimi turnisti David Finck e Scooter Warner, rispettivamente basso e batteria. A partire dall'originale rilettura in chiave soul di "Staying Alive" dei Bee Gees, le tracce si susseguono piacevolmente: Saisse ha il merito di comporre e arrangiare brani orecchiabili, disseminando parcamente il tessuto sonoro di piccole ricercatezze strumentali, ma senza mai spaventare l'audience con eccessivi tecnicismi, e nello stesso tempo mantenendosi ben al di sopra del livello di banalità.

Certo, qui siamo nel campo dell'intrattenimento semplice e dichiarato: però, siccome nella vita pensiamo, ci impegniamo, riflettiamo e ci arrabattiamo, ma qualche volta è bello anche rilassarsi e lasciarsi andare, ben vengano dischi come questo, garbato e ben confezionato, ed una musica per la quale leggerezza non sia sinonimo di idiozia e il termine "easy listening", per una volta non sia sinonimo di "accozzaglia di insulse melensaggini".

Ottima musica da HI-FI car, o per una serata romantica ed eccitante con chi vi pare.

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