Finalmente qualcuno che si sta avvicinando alla verità c'è (Bardamù)... pensavo di essere il solo assieme a pochi altri (Daevid Allen in primis con tutta la trilogia e più di Radio Gnome Invisible a Barrett dedicata, con assolutamente da leggere i testi, con riferimenti a Barrett impressionanti).
Condivido inoltre appieno l'aggettivo "titanico" attribuito a Nick Mason (è grande per davvero, e anche gli altri, solo che era un vero pezzo di merda pieno di soldi e tirchio dato che imprestava qualche vestito agli altri solo per le sessioni di foto, per non parlare del fatto che scroccava come un ossesso, e oltretutto era un cinico montato, e non lui solo ).
Resta comunque il fatto che, possedendo io anche alcuni video di certe sessioni ad Abbey Road riferite a The Piper At The gates Of Dawn (brevissime e rarissime, a cui si riferiscono certe foto in studio in b\n), ricordiamoci tutti che Barrett componeva anche le partiture di basso tastiere e percussioni, questo perchè, nonostante il fatto tutti quanti i Floyd abbiano vissuto con Mike Leonard, colui che li "indirizzò" parecchio(il quinto floyd, cui tante e tante idee devono, persino Barrett, dato che Leonard era creatore di jingles pubblicitari per la BBC, quindi cose molto infantili a giudicare dai filmati di pubblicità dell'epoca), e che fossero "portati" per cose nuove, solo Barrett era così brillante e geniale da "immaginare" sul lato mentale emotivo la "direzione" della musica da sempre predicata da Leonard quando faceva suonare loro le "colonne sonore" dei film (The Piper corrisponde, come durata, eventi e addirittura frasi, alla "Guerra Dei Mondi -del '53 mi sembra l'anno- e se ci fate caso ogni album dei Floyd mantiene questa caratteristica "filmica" o se ricordate Barrett quando diceva di un suo pezzo: il pezzo è notturno, con movimenti natalizi etc. , che quando lo sentivano parlare così dicevano subito che era pazzo? Ecco!).
Orbene, come poi i Floyd stessi ammisero, dopo Barrett, loro componevano"geometrizzando" la direzione del pezzo, non "immaginandola" più come faceva il "Diamante". Insomma , questo disco non è un "disco", ma una "contingenza" di eventi vari, che se si scende molto a fondo contengono date, eventi, e situazioni precise, che definirei persino magiche. Daevid Allen, fans di Barrett da sempre, tentò, con successo suo personale... ed effettivamente mirabile, ad "imitare" persino le magie delle "date" e degli "eventi" ("The Time is... In The Winter Solstice etc. etc." per Barrett, mentre per Allen era nelle notti di luna piena come in Camembert Electrique e cantava di mamma Mathilda che faceva impazzire il "suo" interlocutore... leggete... leggete le traduzioni... a mezzo euro a kilo ormai...).
Il discorso è molto più lungo del previsto anche perchè sembra che le sonorità floydiane di 'The Piper At The Gates Of Dawn' siano state influenzate dalle teorie Kandinskiane sul colore applicate in senso inverso usando LSD come medium, il Tempo come gesto, il Suono come Tratto e la Mente di chi Ascolta come Tela. OOOHHHH... Barrett era pittore alla scuola d'arte!!! Le sapeva bene ste cose e non è mai stato scemo. Lo conferma Jenny.. jenny Spires. Quella Jenny Spires che, ogni volta che si metteva con un musicista lo faceva diventare un genio (Riprova E Controlla: Risposta Confermata) Già! La tela era la mente di chi ascolta e i colori sono i suoni, e l'effetto pratico tecnico, come tecnica "nuova" fu, nel caso limite di "Interstellar Overdrive", il fatto che almeno uno strumento tenesse il tempo, facendo in modo che per "Tele" diverse, intese come sensazioni, "feeling" globale , Menti, sera per sera nelle esecuzioni, momento per momento, corrispondesse la direzione globale della Jam. Che "doveva essere" sempre diversa. E che piaceva tantissimo ai Jazzisti veri!
Questo testimonia grandemente, al di là della presunta, o voluta o effettiva "stranezza" di Barrett, di come sia di fatto impossibile "pensare" o considerare l'ipotesi utopistica di una sua fantastica "continuità" nella band (e nel nostro sogno utopico di speranza) anche se giocassimo con le probabilità: che avrebbe fatto se fosse rimasto? Etc. Etc.. Come ipotizzato la Jam "era" sempre diversa, perchè le "contingenze" (la "stranezza" di chi assisteva) era sempre diversa, le attese erano moltissime e LSD aiutava. Cazzo se aiutava.
Così come ogni istante non è mai uguale all'altro, ogni "Tela" ritornava puntualmente "Vergine" il giorno dopo, alla ricerca del nuovo divertimento, del nuovo stupore. E Barrett era il "Bardo" di quello "stupore" (...the infant air... di Mathilda Mother) e dell'istante che passa. Il vero "Pifferaio". Quindi non è affatto colpa sua "l'improvvisazione" al limite della decenza (come i Floyd borghesucci da quattro soldi gli rimproveravano) a volte, dal vivo (ha cotto persino delle uova all'UFO mentre suonava, però non tutti sanno che sul palco non era indispensabile perchè aveva "tarato" l'echorette binson in modo che avesse il tempo persino per una sveltina con la sua donna).
Dal vivo improvvisavano tutti, anche la gente che lo attorniava. Oltretutto la natura "contingente" dell'album è lo specchio fedele della consuetudine "contingente" (persone di diverso ceto , diversa razza, diversa religione, diverse idee, ricchi e poveri, assassini e preti, i Beatles stessi, tutti insomma sembravano "vivere sotto lo stesso tetto", e ci vivevano infatti) che in quel breve periodo prese forma effettivamente stabile dopo le perpetue evocazioni di Beatles ed altri proprio all'UFO. Ecco perchè è instabile l'album. È impossibile "sentire" il suono di quell'anno, il 1967, in quest'album. Non è vero che si "sente". È vero che si "intuisce", come nei divini "singoli" precedenti. Anche Pete Townshend lo diceva (ed è vero) l'album non rispecchia affatto i concerti dal vivo all'UFO, perchè non avrà mai quegli "istanti" che si sono vissuti là dentro. La sua "obliquità" che facciamo risalire alla "obliquità" di Barrett non è dovuta alla presunta malattia mentale (Asperger o LSD o Mandrax o altro) del nosto beniamino, quanto all'impossibilità effettiva di irriproducibilità dell'"istante perfetto" e della sua traduzione in "suono" da registrare in uno studio freddo e isolato dalle "Tele" (le menti da colorare), dalla "gente", da tutto.
È impossibile creare un quadro senza nessun arnese. Ed infatti "The Piper At The Gates of Dawn", il "disco", è pittosto una "scaletta" di pezzi, una specie di "manifesto" (appunto, notasi l'ironia multipla ogni volta che ci avviciniamo a sto disco) che ci dice: "guardate... noi stasera faremo questo su per giù, certo lo sentirai meglio stasera, ma, in fondo, ci saremo tutti, e ci divertiremo ci vieni pure tu ?". Infatti Pete Townshend ci conferma che il "disco" 'The Piper At The Gates Of Dawn' è un fumetto di Walt Disney, canzoncine chewing gum, paragonato allo spettacolo dei Floyd dal vivo, e non è affatto "quello" che lui ha "sentito" all'UFO. Quello era un'altra cosa.
Era un evento mai più ripetibile. Una meraviglia mai più ascoltata e mai ascoltata prima. Erano il "Gruppo" preferito dei musicisti. Il più invidiato. Il più misterioso. Il più assurdo. Il "Gruppo" in cui il suono di batteria era fatto dal basso (interstellar overdrive nel film che li riprende al Chelsea Studio), la chitarra dalla tastiera (chitarra e tastiera confuse dal vivo e in sala di incisione chitarre sovrapposte ma stesso principio nelle zone-nodo), la batteria dalla chitarra (ticchettìo ad esempio), il basso dalla batteria (doppia cassa, congas, melodìa percussiva).
Nemmeno i musicisti sapevano che suoni erano e da quale strumento venivano suonati. Hanno visto cose per quegli anni che solo ora nei PC col 5.1 ci sogneremmo: essere circondati dal suono con l'Azimuth-Coordinator e le casse circolari... MHA... e che erano... UFO per davvero... Eppure suonavano Rithm and Blues... Jazz al lmite... musica strana... favolette per bambini raccontate dal serpente che sedusse Eva nel Paradiso... Dolcezza al veleno... Solo un gruppo ed un uomo potevano tenere testa. Anzi due uomini. Il gruppo erano i Beatles, gli uomini erano Frank Zappa e la "meraviglia della natura" Jimi Hendrix. Ma quelli non erano "esseri umani".
Quindi, uomo unico (Barrett) , gemma unica (The P.A.T.G.O.D., le iniziali del disco, che se ci fate caso in inglese si traduce "Il Dio Del Picchiettìo", quel... picchiettare, idealmente riferito al picchiettare di testa e col plettro... alla natura stessa "picchiettante" dei suoni in tutto l'album, quasi il picchiettare dalla fine di Interstellar a The Gnome, in cui sembra che lo "Gnomo" ci martelli in testa sul lato (il sinistro), sorprendendomi sempre nonostante lo abbia ascoltato migliaia di volte. Tutta la musica è cambiata da quel momento in poi. Tutta.
I Floyd l'hanno migliorata seguendo il suo creatore fino all'album del 71, fino all'album in cui c'è Echoes (cioè Meddle). Non appena hanno tentato altro si erano accorti che erano a corto di idee. Perdettero due anni e si dovettero maledire molto per il fatto che Barrett non c'era, che non se ne poteva fare uso. Così a Waters venne in mente (genialmente, ed oltretutto è un musicista eccezionale e lo dico davvero) di parlare di Barrett con "Dark Side Of The Moon". Bella mossa, persino educatissima ed indovinatissima, che ha aperto le basi della "musica esistenziale" per gruppi su temi intimi. Si fosse trattato solo di quell'album. Ma hanno proseguito con "Wish You Were Here" rincarando la dose. Ma sono tutte mosse tese a "continuare" l'istante della "luce", creando album che ci abbagliano perchè sono posti come specchi che ci servono a capire meglio la luce inguardabile di "The Piper At The Gates Of Dawn" (a patto che consideriamo Barrett come persona-personaggio, il periodo lontano, il meccanismo der ricordo e dell'assenza... di "istanti perfetti".. e tanto altro insomma). E vabbhè.
Hanno ritentato con "Animals" (bellissimo senza dubbio e soprattutto diversissimo, con la chiara tendenza ad "allontanarsi" dal problema Barrett), ma... niente da fare. Barrett è ancora inesausto (e lo sarà per moltissimo tempo poichè ancora nessuno ha compreso la portata epocale per la nuova Teoria Della Percezione da questi implicitamente prodotta, della Percezione evocata totalmente innovativa, che mi ha già fruttato un trenta e lode all'università e una proposta di ricerca per approfondire la questione da parte di un docente per incorporarla come "nuova ipotesi Gestalt circa le percezioni globali... etc. etc. etc. cazzate che non credo vi interessino molto comunque), ancora inesausto Waters lo esorcizza ancora ponendolo come l'unico depositario della verità circa l'esistenza di una cosa che Barrett ha creato per primo (ma anche Roy Ericksonn, Spence, ed altri), cioè "Il Muro".
Il Muro fra il se e il mondo che è fatto da noi stessi a causa del ricordo malriposto, che ci impedisce di vivere "l'istante". Ricordiamoci tutti che Barrett è "sorprendente". Perchè è un genio come pochi. Se fosse solo il "Bardo" dell'istante non considererebbe affatto quello che accade dopo. Invece la sua lungimiranza sta iniziando ad apparire in tutta la sua cruda e quieta dolcezza. La calma. I Primi Pink Floyd hanno pagato per il furto del nome (inventato da Barrett) con lo scioglimento del gruppo iniziale. Gilmour, forte del fatto che ha aiutato Barrett nei suoi album solisti ne approfitta ancora. Sa già che le nuove strade da solista di Barrett sono troppo ripide ancora per tutti, troppo vaste da percorrere (infatti, a sorpresa escono gemme che sembrano fatte adesso. Non vi sembra mooolto strano che escano pezzi nuovi di Barrett ad intervalli lunghissimi e ancora oggi ?). Non ha considerato un fatto che davvero pochi sanno, che ho anche io scoperto a fatica: l'esegesi dei testi e delle musiche di Barrett dalla prima canzone all'ultima corrispondono ad un percorso ben preciso, che ha una "Conclusione" ben definita. Forse Syd sorride da quel punto, sapendo che prima o poi qualcuno ci arriverà. Sorride perchè nel suo immenso desiderio di libertà è consapevole di avere "monopolizzato" l'universo dell'indefinito percettivo, come entità contrapposta al limite creativo nella sinergia musicista innovativo-ascoltatore, solo per un periodo "chiuso", "finito". Questo sembra osservando meglio sia testi che musiche.
Chi supererà quel momento, forse non se ne accorgerà nemmeno. Ma Syd sorriderà. Ovunque egli sia.
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