Il primo disco dei Floyd che ho ascoltato. Una tragedia. Un trauma per me. Ricordo benissimo, quasi 16 anni fa...quando lo ascoltai per la prima volta!
Dissi "Ma che cazzo è stà roba qua!" Non mi ricordo per quale motivo non lo buttai nella spazzatura, mi ricordo benissimo però che per i successivi tre anni quel disco prese tantissima polvere poggiato da qualche parte nell'angolo più buio della mia stanza. Odiavo quel disco!
Parlando e ragionando con gente più grande di me notavo che questi parlavano sempre benssimo di questo "Ummagumma" e io non riuscivo a capire e dentro di me mi ripetevo..."qui il problema o sono io o sono loro".
Un giorno mi feci coraggio...andai a togliere ragni, ragnetele e polvere da quel disco e provai ad ascoltarlo per la seconda volta!
"A me non piace, non lo capisco...non sono canzoni, che cazzo è stà roba...perchè piace a tutti e a me no ?" "Questi sono i Pink Floyd ?" "Fanculo i Pink Floyd" "Ritorno dai Led Zeppelin".
Quindi anche "la mia seconda volta"...fù un fiasco totale!
Iniziai a leggere, a documetarmi...a cercar di capire cosa cazzo era quell'"ummagumma" lì! Tra una lettura e un'altra lo ascoltavo...e non mi piaceva, lo ascoltavo...e non mi piaceva...a furia di ascoltarlo...inizò a piacermi...ma solo quando ho capito che dovevo ascoltarlo ad occhi chiusi, senza trovare logica, senza capire...perdersi...perdersi è meraviglioso, così tanto per citare Lynch.
Oggi, a distanza di quasi 16 anni dal primo ascolto "Ummagumma" è uno dei miei album preferiti in assoluto.
Doppio disco, uno Live, uno registrato in studio.
La parte Live è a parer mio divina. "Astronomy Domine" già fantastica nella versione studio diventa ancora più magica e in certi versi più "oscura" oltre ad essere anche molto più lunga. Il cantato è decisamente più delicato, l'organo di Wright è un tappeto magico che ti fa volare ovunque tu voglia nell'oscurità dello spazio più profondo, mentre la chitarra di Gilmour è più incisiva e incazzata. "Careful with that axe Eugene", un classico nei live della band, il basso di Roger risorge dalle tenebre, siamo tutti lì ad aspettare l'esplosione, preceduta da una scarica di batteria...l'immancabile urlo di Waters è l'apice del pezzo. Incredibilmente però questa versione è una delle rarissime a non avere "il grido" anticipato dalla batteria di Mason, quindi il senso di estasi verrà bruscamente spezzato da Waters. "Set the controls..." dal vivo è magistrale, un serpentone che ti striscia intorno, Waters canta quasi a bassa-voce, Wright è eccezionale a ricreare atmosfere che riportano quasi all'antico Egitto, questa versione a parer mio è seconda solo a quella che potete trovare sul tubo del 1973. Chiudiamo la parte Live con la storica "A Saucerful Of Secrets" che dal vivo è sicuramente ancora più folle, lunga, estrema e spaziale...anche se ancora oggi non riesco a capire se amo più la versione studio o le versioni dal vivo. In ogni caso la versione presente in "Ummagumma" è straordinaria, una tempesta di suoni, rumori, echi, gong stordiscono...impazziscono l'ascoltatore...poi un attimo di pace unito alla tensione, è il turno della "celestialità"...si vola!
Doveva essere inserita tra le quattro tracce live anche "Interstellar Overdrive", ma per motivi mai veramente conosciuti...(tempo, disaccordi, Syd Barrett...non si sa di preciso, alcuni libri dicono una cosa, altri discono altre cose...) l'idea venne accantonata.
La parte Studio a parer mio è bellissima ma non raggiunge i livelli raggiunti dalla parte Live. A parer mio il miglior pezzo della parte Studio è "Sysyphus" di Rick Wright, un pezzo meraviglioso dove secondo me il tastierista ha dato libero sfogo alla sua creatività e si è sentito decisamente libero di mettere in musica tutte le sue paure, le sue gioie e le sue emozioni, la parte affidata solo ed esclusivamente al pianoforte è meravigliosa, poi c'è un totale cambiamento di suoni...sembra di entrare in una sinistra palude dove da qualche parte si nasconde una qualche creatura pronta a spaventarci da un momento all'altro...e questo accade...se avete fantasia e vi lasciate trasportare dalle note di Wright. Mentre Roger Waters ci immerge nel verde della natura con due pezzi quasi "ambient", uno dal titolo lunghissimo (che ancora oggi non riesco a ricordare) e l'altro, una dolce poesia suonata con una chitarra acustica e come sottoondo il cinguettio dolce degli uccelli. Il "momento" di Waters è a parer mio anche molto bello. Passiamo ora a Gilmour, che naturalmente ci delizia con le sue chitarre e secondo me qui ci troviamo di fronte al "momento" meno riuscito della parte Studio, "The Narrow Way" non mi ha mai convinto più di tanto, anche se comunque nel complesso rimaniamo sempre in quei suoni che richiamano le atmosfere psichedeliche tanto care alla band. Finiamo con Mason, che conclude con sperimentazioni abbastanza riuscite ma anche in questo caso secondo me ci troviamo di fronte ad una conclusione di disco abbastanza "affrettata".
"Ummagumma" è secondo me il disco che rappresenta e testimonia la sicurezza raggiunta in quel momento, la piena padronanza delle loro apparecchiature, dei loro strumenti, della loro idea di suono. Mentre per quanto riguarda la parte compositiva forse la band non era ancora al suo apice, questo lo dimostra la Parte Studio dove è chiara la tendenza alla creazione di brani che non seguono una "normale logica della canzone classica" (a parte il brano di Waters e di Gilmour), infatti a parer mio i Floyd toccheranno l'apice con il brano "Echoes" pochi anni dopo la realizzazione di questo album. C'è da dire che "Ummagumma" è stato un disco di estrema importanza non solo per i Pink Floyd, ma per tutta la musica moderna, per tutte le composizioni passate per il Kraut Rock fino a finire ai lavori più sperimentali e riusciti di Eno.
D'altra parte gli stessi Popol Vuh (che io adoro alla follia), i Faust, i Can, per loro stessa ammissione hanno amato, adorato e "studiato" questa opera. Un'opera che almeno da quel che ho capito non era nemmeno presa tanto seriamente dai Pink Floyd, spesso e volentieri succede sempre così. L'autore o gli autori di una grande opera non si rendono conto che la loro è appunto una grande opera...mentre il resto del mondo si.
Molto probabilmente è il disco più "difficile" da ascoltare e da apprezzare...almeno per i "floydiani" abituati solo a "Dark Side" o a "The Wall", mentre è un vero punto di forza per chi ha amato quei Pink Floyd che osavano spingersi sempre oltre...anche oltre i loro stessi limiti.
Personalmente penso che i Pink Floyd non hanno mai amato veramente gran parte della loro produzione. Basta pensare che Roger Waters in anni recenti ha descritto "Ummagumma" come un "completo disastro", David Gilmour parla di "Atom Heart Mother" come "pura immondizia" e liquida l'album "The Wall" come un "lamento continuo". Chissà se lo pensano davvero, in ogni caso è veramente strano, una delle band più amate al mondo...che "non sopporta" più di tanto ciò che ha creato!
"Questo disco è solo un esperimento, inoltre penso che sia stato registrato male. La facciata in studio poteva essere fatta meglio!" David Gilmour
"Careful, with that axe Eugene è la musica meno sofisticata che si possa concepire. Non succedeva niente, gli accordi non cambiavano, il titolo era l'intera canzone. Poi c'era un urlo e tutto si alzava..." Roger Waters
Sconcertante vero ? Va beh...i grandi Pink Floyd la pensano così! Che possiamo farci ? Io e chissà quante gente nel mondo abbiamo amato e amiamo ancora oggi questo (secondo noi) grande album, i "viaggi" fatti con la musica contenuta in questo album non si contano...e considerando il fatto che la musica non è solo tecnica...beh...per me "Ummagumma" è perfetto per certi tipi di "ascolti barra viaggi". Poi ognuno tira le proprie conclusioni!
VinnySparrow
Elenco tracce testi e samples
01 Astronomy Domine (08:29)
Lime and limpid green, a second scene
A fight between the blue you once knew.
Floating down, the sound resounds
Around the icy waters underground.
Jupiter and Saturn, Oberon, Miranda
And Titania, Neptune, Titan.
Stars can frighten.
Blinding signs flap,
Flicker, flicker, flicker blam. Pow, pow.
Stairway scare Dan Dare who's there?
Lime and limpid green
The sounds surrounds the icy waters underground
Lime and limpid green
The sounds surrounds the icy waters underground.
02 Careful With That Axe, Eugene (08:50)
Careful with that axe, Eugene
Ahhhhhhhhhhhhh
03 Set the Controls for the Heart of the Sun (09:12)
Little by little the night turns around
Counting the leaves which tremble at dawn
Lotuses lean on each other in yearning
Under the eaves a swallow is resting
Set the controls for the heart of the sun
Over the mountain watching the watcher
Breaking the darkness waking the grapevine
One inch of love is one inch of shadow
Love is the chateau that ripens the wine
Set the controls for the heart of the sun
The heart of the sun...
Witness the man who raves at the wall
Making the shape of his question to heaven
Whether the sun will fall in the evening
Will he remember the lesson of giving?
Set the controls for the heart of the sun
The heart of the sun...
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Altre recensioni
Di velvetunderground
Ummagumma è il caos! Il disordine, il genio e sregolatezza, è un suono ubriaco, limpido che danza leggero e confuso verso una luce, verso l'infinito, verso se stesso, verso la libertà!
Non adatto per chi crede che la musica è solo una semplice melodia da canticchiare!
Di Torre Ste1
La parte finale è il pezzo della svolta: il chitarrista riesce a dare al gruppo un nuovo suono che li caratterizzerà per il resto della loro carriera.
Questa è la prima opera del dopo Barrett, in cui i membri del gruppo non rinnegano la psichedelia del loro capostipite, ma sperimentano nuovi suoni.
Di Bubi
“'Ummagumma' è il caos! Il disordine, il genio e sregolatezza, è un suono ubriaco, limpido che danza leggero e confuso verso una luce”
“Sono contrario alla sperimentazione, sono contrario alla musica brutta (secondo i miei gusti ovviamente).”
Di floydsound95
"Ummagumma è un album che vale la pena ascoltare, nonostante non sia semplice farlo."
"La terza parte di 'The Narrow Way' anticipa quello che sarà il Pink Floyd sound successivo."
Di 33giri
È per me miracolistico ed inenarrabile questo vinilitico supporto, in quanto la compiutezza artistica è qui ai massimi livelli.
Qui non c'è Syd, ma c'è il soffio vitale, la dedizione e lo zelo dell'immaginativo, chimerico maestro di Cambridge: Roger Keith Barrett.