Il quinto album in studio di Pino Daniele è forse il lavoro più maturo del bluesman partenopeo e certamente il più ambizioso e di maggiore respiro internazionale. Questo disco rappresenta idealmente la consacrazione della carriera del musicista, apice del periodo più fecondo di idee, che nel successivo “Musicante” cede il passo ad un'introspezione meno mercata, aprendo a latitudini decisamente più latine e melodiche.

Per questo “Bella 'mbriana” - un omaggio all'antichissima tradizione, presente con nomi diversi in tutto il Meridione, degli spiritelli del focolare domestico - fa bella mostra di sé nelle collezioni di cultori di jazz-rock e blues dal palato fine, forte delle sue contaminazioni di world music e funk. Qui l'essenza napoletana è solo, per così dire, la cornice che dà forma e colore a linguaggi nuovi, entro cui è bene non dare al testo scritto, già blend di italiano e napoletano (ma talvolta ostico nel suo stesso reale significato), più importanza di quella che Pino stesso gli avrebbe dato: Nun fa niente parlà, l'importante è sapè sunà.

Perciò è ozioso chiedersi se “Tarumbò” sia davvero un brano antipapale quando la maliconica e struggente “Maggio se ne va”, dove la voce di Pino si fonde con il sax soprano di Shorter, canta una personalissima ricerca di Dio.

Tutta l'opera risente di una vena crepuscolare, più cupa però rispetto agli accenti familiari e domestici del precedente “Vai mo'”, mirando ad arrangiamenti ricercati e al definitivo salto di qualità critico. Pino si circonda del talento di musicisti di prima grandezza, dalle percussioni del fido Tullio De Piscopo e di Rosario Jermano (avete mai ascoltato la notissima “Nadir Dance”?), al genio del Lyle Mays italiano Joe Amoruso, alle preziose tessiture di jazz star internazionali del calibro di Wayne Shorter e Alphonso Johnson. Non passano quindi inosservati i mirabili assoli di Shorter in “Io vivo come te” e “Toledo”, - dal sapore santaniano, ma che in alcuni fraseggi riecheggia la metheniana “Phase Dance” (1979) - unico brano strumentale della discografia di Pino, che è reduce non a caso dalle interessanti incursioni nelle musiche da film dell'anno precedente (“Ricomincio da tre”, 1981).

Il “Tarumbò” di Pino Daniele - termine inventato che dà il titolo ad uno dei brani e che esprime la contaminazione di funky-tarantella e blues – emerge prepotentemente nella sua duplice identità. Nell'omonimo brano “Bella 'mbriana” è un funk tarantolato, altrove è puro e introverso blues, in altri brani è tarantella in blue: l'idea di fondere il colore napoletano e arabeggiante della lydian scale (che è poi quella che ha ispirato Gershwin e Bernstein) con il mondo della pentatonica è semplicemente geniale. Che dire? Ancora una volta “Napule è...” i mille colori della grande musica.

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