"Meds è un disco basato principalmente sulle nostre performance, il gruppo che si riunisce a suonare le canzoni nella maniera più essenziale, batteria, basso, chitarra e, qualche volta, pianoforte, facendo molto meno affidamento sul sequencing e sulle moderne tecnologie" (testo estratto da Rockol, ndr);
cosi Molko presenta "Meds"...

"Ma BBafffanculo va!" direbbe Giampierone Galeazzi aka Nicola Savino... non prendiamoci in giro: il rock dei Placebo non è fatto per essere suonato solo con gli strumenti essenziali. È vero, brani come la title track darebbero ragione al front man ma basta arrivare alla seconda traccia "Infra Red" per accorgersi che un pizzico di elettronica ben camuffata c'è sempre nella maggior parte delle tracks. I Placebo creano atmosfere fantastiche come in "Drag" ma alla fine è sempre la stessa minestra... l'emozionante "Follow The Cops Back Home" sembra una "Burger Queen 2".

"Post Blue" è guidata dal basso ed è un altro esempio di elettronica nascosta, cosi come "Blind". La voce di Molko rende sempre al massimo; anche quando si addentra in duetti evitabili come in "Broken Promises" con un Micheal Stipe funereo che ricorda i (bei) tempi di "Let Me In"; la batteria elettronica c'è quasi ovunque: anche nella tristissima e toccante "Pierrot The Clown", caratterizzata da una nenia stile ninna nanna, chitarra acustica e dagli archi. "In The Cold Light Of The Morning" è una lenta ballad parecchio noiosa ma particolare: anche qui pianoforte ed un pizzico di "tecnologia moderna". Il primo singolo estratto "Song To Say Goodbye" è caratterizzato da un riff semplice di piano e degli sbalzi di chitarra distorta; nel finale si aggiunge anche una emozionante sezione di archi; è comunque una delle track migliori dell'album.

"Meds" è un lavoro da apprezzare con il tempo ma che non vi suonerà affatto nuovo... ciao MMMITTTTICCI!

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