Un giornalista inglese, dopo aver visto una loro esibizione in Inghilterra, dirà sulla PFM: "Sono bravi, ottimi musicisti. . . . peccato che sono italiani".

Ecco, questo fa riflettere su quanto i prodotti musicali in Italia siano considerati nel mondo. Non è un caso infatti che la PFM sia l'unico gruppo italiano a scalare Billboard. Tutta l'Italia dovrebbe essere orgogliosa della PFM; in un paese dove i gruppi rock sono stati sempre messi a cuccia dai giganti britannici, avere un gruppo che ha ricevuto elogi persino da gruppi come Led Zeppelin dovrebbe farci contenti. Invece, 8 persone su dieci a cui chiedi: "Sai chi è la PFM?" ti fanno una faccia come se tu avessi proposto una nuova finanziaria. Anche a dire "Premiata Forneria Marconi" per esteso, macchè, nulla. E a me cascan le palle. Che gente come Vasco e Ligabue sia osannata come l'emblema del rock italiano nel mondo, e la PFM è più famoso negli USA  che in Italia. . . Questo dovrebbe far riflettere su quanti imbecilli ci sono nel nostro paese, anche fuori dal Quirinale. E purtroppo le nuove generazioni sembrano andare sempre più verso il fondo. . . stiamo dimenticando gli anni '70. Gli anni di Page, Plant, Blackmore, Gilmour, Waters, Jim e tanti altri e, perchè no, anche dell'allegra compagnia della PFM. Questo, scusatemi, era uno sfogo, più che una introduzione. Ma spero che voi mi capirete, cari lettori. Ora andiamo all'album.

"Introduzione": bè, questa è un preludio alle melodie e ai suoni che ricorrono nell'album, soprattutto in "Impressioni di Settembre". . . piano piano si va in un crescendo di cori che ti trasportano in un'atmosfera quasi serafica, portandoti a. . . 7, 5/10

"Impressioni di Settembre": il simbolo della PFM, la canzone più applaudita e più cantata del gruppo nostrano. Il ritornello eseguito col Moog è un cult oramai. . . ma già da questa canzone si possono ammirare la qualità e il tocco di Mussida alla chitarra acustica, e soprattutto nella seconda parte la tecnicità del mitico Franz Di Coccio alla batteria. Da un giro melodico pressochè semplice, la PFM è riuscita a fare un arrangiamento quasi orchestrale, arricchendolo di tutto quello che una chitarra, una batteria, un basso, un flauto e una tastiera possono fare insieme. Un capolavoro insomma. Una di quelle canzoni che ti entrano direttamente nelle vene mentre l'ascolti. 9/10

"È festa": il capolavoro progressive. Un altro cult, un altro miracolo. Una melodia travolgente, suoni azzeccatissimi, ritmiche perfette ed in sintonia con il tutto. Esprime tutta la capacità espressiva della PFM. Ancora qui si nota le capacità tecniche e compositive della chitarra e delle varie orchestrazioni. 9/10

"Dove Quando pt. 1": qui dall'atmosfera esaltante e progressive di "è festa" si entra in un mondo sognate, romantico, pieno di sonorità calme, semplici, ma ricercate, con orchestrazioni semplici ma efficaci, dove la chitarra acustica di Mussida è di una pulizia sublime. 7, 5/10

 "Dove Quando pt. 2": dalla melodia della parte precedente, il nostro gruppo si sbirrazzisce in arrangiamenti e virtuosismi favolosi, dove Premoli da il massimo veramente, in intrecci stupendi, senza esagerare però, e senza nemmeno distaccarsi dall'anima e dall'atmosfera creata dalla canzone precedente, in modo da non creare stacchi o bruschi cambiamenti. . . è dalla track one che sei in un viaggio onirico che mai si interrompe, evolvendosi e via via mutando in nuove sonorità. . . 8, 5/10

"La carrozza di Hans": un inizio cattivo, quasi psichedelico, per poi fare un viaggio nella carrozza della musica, attraversando sonorità prima cattive e poi per tranquillizzarsi in seguito. . . anche questa è una canzone che ti entra addosso, che ti da una quantità di sonorità e di emozioni incredibile; ma la bellezza di questo album e anche di questa canzone è che mai si ha uno stacco tra i vari suoni, ma è un continuo mutare ed evolversi in tutto l'album, fino ad arrivare alla conclusione di questa nostra storia. . . 9/10

"Grazie davvero": La canzone meno degna di nota a mio parere. . . anche se non si può dire che non sia una degna conclusione. Si conclude il viaggio multiforme, un viaggio stupendo, che ci regala veramente tanto. Da ascoltare tutto d'un fiato, e veramente da ascoltare sognando. Indescrivibili le capacità tecniche e compositive del gruppo nostrano. . . .

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