Anno del signore 1975... I Queen hanno già sfornato tre dischi, di cui due molto importanti e che hanno riscosso un buon successo, ma manca il colpo che mandi K.O. la musica Rock, un disco capolavoro che li renda immortali. E ciò avviene con "A Night At The Opera", considerato giustamente tra i capisaldi del Rock.
Tra l'altro definire questo disco solamente Rock è quasi un sacrilegio: a dire il vero è un grande viaggio all'interno della musica in molte delle sue forme.

C'è di tutto, ma non è una accozzaglia di pezzi diversi messi lì a caso, le tracce sono omogenee: davvero sembra di essere dentro un musical, o di passare una notte all'Opera. Al suo interno ci sono dunque brani di rock "cattivissimo" come l'insultante "Death On Two legs", oppure "Sweet lady", brano rock'n'roll con un ritmo quasi Valzeriano, senza dimenticare "I'm in Love With My Car", canzone energica e travolgente cantata dal batterista Roger Taylor.
Ma fanno la loro comparsa pure pezzi di gusto molto Rètro come "Seaside rendez-Vous", "Lazing on a Sunday Afternoon" e "Good Company" (in cui con la sua chitarra il "capellone" Brian May riesce a creare un'intera sezione di fiati in stile Dixieland), con atmosfere molto anni '20, o il folk della bellissima "'39". E poi ci sono anche la dolcissima "Love of My Life", o la ballata Pop "You're My Best Friend".
Insomma è già un disco bellissimo e innovativo (anche per le straordinarie tecniche di studio che si sono adoperate per realizzare questo lavorone), ma poi arrivano i due capolavori: "The Prophet's Song", inquietante cavalcata Rock, e soprattutto "Bohemian Rhapsody", il miglior brano rock di tutti i tempi, efficace mescolio di musica leggera, Rock e lirica.

Che dire? Non aggiungo altro, a parte che Dio salvi la Regina, e infatti il disco si conclude, giustamente, proprio con l'inno inglese arrangiato per la chitarra da Brian May.

Capolavoro!

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