Strana storia, quella dei Radiohead. Nel giro di un paio d'anni passano da ‘quelli di Creep‘ a nuovi R.E.M. fino ad arrivare ad essere se stessi. "Ok Computer" è un disco pieno di suggestioni e riferimenti, ma rielaborati in modo così personale che non può essere classificato se non come un disco dei Radiohead.

Esplodono nel 1993 con "Creep". Mtv passa un video dove Thom Yorke e soci cantano sul bordo di una piscina. Sembra ‘The Grind‘ famigerato programma dell'emittente dove gruppi di persone ballano e nuotano al ritmo dell'ultimo successo dance. Solo che la musica che gira intorno, in questo caso, è rock: chitarre affilate, la voce lamentosa di Yorke che canta ‘sono uno sfigato, sono un folle, che diavolo ci faccio qui, tutto questo non mi appartiene‘. Eppure qualcuno prende il tutto sul serio. I Radiohead diventano la nuova ‘one hit wonder‘. Vengono identificati come cantori dell Generazione X, anche se non hanno nulla a che vedere con il grunge. "Creep" diventa una sorta di inno degli slacker. Già il testo del singolo successivo, ‘Anyone Can Play Guitar‘, dovrebbe far capire che c'è qualcosa che non quadra in tutto questo: ‘Tutti possono suonare la chitarra e non saranno più nullità‘. Appunto.

Due anni ed esce "The Bends". Dopo l'EP ‘My Iron Lung‘, il singolo è ‘High And Dry‘. Che ricorda Stay degli U2 e si avvicina al sound dei R.E.M. E allora: via una definizione dietro l'altra. Di certo i Radiohead non sono il gruppo da un singolo. Non sono più (o forse non lo sono mai stati) i portavoce dei disillusi, dei perdenti. Ora sono i nuovi R.E.M. Chi vuole trovare conferme a questo teorema, ha un'infinità di agganci nel rock chitarristico, a volte tirato a volte epico, di ‘The Bends‘. Piccolo particolare: Yorke non è Stipe, nel bene e nel male. I suoi testi, sono visionari quanto quelli dei R.E.M. sono enfatici. Ma dovrà passare ancora un po' di tempo prima che qualcuno se ne accorga sul serio.

‘'Ok Computer‘' viene pubblicato nel 1997. Prima esce la stupende e drammatica ‘'Lucky‘' in una compilation pro-Bosnia. Quella è una delle strade che verranno seguite dal gruppo. ‘Alienazione‘. Se c'è una parola che può racchiudere tutto quello che c'è in "Ok Computer" è questa. I Radiohead si alienano da tutto e da tutti, per dare vita a un disco geniale, totalmente fuori dagli schemi nella musica, così come nel modo di pensarlo e gestirlo dopo la sua pubblicazione. A partire dal titolo. "Ok Computer" rischia di farli passare per dei difensori delle nuove tecnologie. Ma i Radiohead non sono né apocalittici né integrati nel villaggio globale. ‘Questo è un modo per accettare qualcosa contro cui avevo combattuto‘, spiegava Yorke al tempo dell'uscita del disco. ‘Per di più suona anche come uno slogan. Ho un nastro con 300 bambini giapponesi che dicono ‘Ok Computer‘ e suona incredibile, come una affermazione universale‘. Ciò che contraddistingue i Radiohead è proprio questo vedere le cose da un punto di vista totalmente alienato, lontano dalla percezione comune. E cosa significhi questa alienazione lo dimostra ‘' Fitter Happier ‘', il brano più bizzarro di tutto il disco: ‘Più sano, più felice, più produttivo, a mio agio, non bevo troppo, e via elencando le paranoie dell'uomo contemporaneo: lavoro, famigli, macchina, amci.‘ Un maiale in una gabbia di antibiotici ‘, come concludono le parole. Il tutto recitato da una voce computerizzata, assolutamente priva di tono ed emozioni. Yorke non voleva pronunciare quelle parole, non voleva essere identificato con quella prospettiva; così ha realizzato l'alienazione definitiva dal proprio ruolo, facendosi sostituire da un computer.

Ma l'alienazione si vede anche da altre cose. Da ‘ Paranoid Android ‘, per esempio. Un brano di oltre sei minuti, contrassegnato da cambi di tempo, di tono. Yorke pronuncia frasi apparentemente senza senso. Il brano è forse il miglior esempio di tutte le idee che i Radiohead avevano in testa in quel periodo. Ci mettono un mese a registrare, unendo tre brani originariamente separati. Ma poi, per alienarsi dal music business, la scelgono come singolo. Immaginatevi quanto le radio avrebbero potuto passare un brano del genere. E quanto le televisioni avrebbero potuto passare il relativo clip: un cartone animato ancora più nonsense, totalmente sganciato dalle immagini, in cui un personaggio si abbigliava in sado - maso e si segava braccia e gambe. Oltre a questi due brani ‘alienati‘, "Ok Computer" mette in fila una serie di gioielli, anche più immediati. Come la struggente "Exit Music (For A Film)": una nenia tristissima, che inizia per voce e chitarra e si apre alla fine con uno strano coro di sottofondo. Un brano nato vedendo e rivedendo in continuazione il finale di Romeo + Juliet, il film di Baz Lhurman. La canzone effettivamente compare nei titoli di coda del film; ma non nella colonna sonora, dove era presente un altro brano. Altro brano di punta del disco è sicuramente ‘'Karma Police‘', forse quello che ha avuto più eco sui media. Un altro brano esemplare nella sua semplicità, eppure unico. Un altro brano nato in modo particolare.

Durante il tour, successivamente a "The Bends", la frase ‘la polizia del karma verrà ad arrestarti' veniva costantemente rivolta ai membri del gruppo che si comportavano male. Tutti i brani del disco sono alienati: nel senso che in certi momenti i Radiohead suonano come se fossero la prima band a fare del rock. O, perlomeno, come una band che fa rock avendo dimenticato di averlo sentito fare da qualcun altro. Insomma, come se il gruppo si fosse allontanato da tutto e tutti per diventare solo se stesso. E questo, in un'epoca di citazionismo continuo, non è poco. 'Let Dow ‘', ‘'No Surprises‘' e ‘'Airbag‘' sono contrassegnati da melodie perfette e lineari, rese con un uso di suoni altrettanto semplice, ma allo stesso tempo complesso. Il suono di "Ok Computer" è una stratificazione di diversi elementi. Alcuni di questi sono riconoscibili: la psichedelica, un certo guitar rock alla R.E.M.; altri sono lasciati volutamente nell'indefinito. Ma è proprio per questo che "Ok Computer" è un capolavoro.

Una postilla: a questa idea di alienazione che emerge dal disco hanno sicuramente contribuito i video girati dalla band. ‘'Karma Police‘' è una sorta di incubo: una macchina il cui guidatore non si vede mai, e che ha Yorke seduto sul sedile posteriore, insegue uno strano personaggio lungo una strada. Alla fine sarà quest'ultimo a ribaltare la situazione e dare fuoco alla macchina che cerca di scappare in retromarcia. ‘'No Surprises‘' presenta solo l'immagine distorta, del cantante. Mentre le parole della canzone scorrono come proiettate all'incontrario, Yorke canta, in primo piano. Dopo poco, dietro il vetro inizia a salire dell'acqua. Yorke, la cui faccia diventa sempre più distorta man mano che l'acqua sale, per effetto della rifrazione, si immerge in apnea. Poi l'acqua scende di colpo e Yorke riprende a cantare. Due modi diversi di visualizzare l'inquietudine della musica dei Radiohead.

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