Questa è una recensione cumulativa. Certo parla di King Of Limbs ma in realtà riguarda la deriva artistica di un gruppo da Hail To The Thief (compreso) in poi.

Breve storia dei Radiohead : Testa di radio è un gruppo inglese attivo dai primi anni 90. Nella band la regola è che il più brutto comanda, stravince ovviamente Tom Yorke una specie di Gollum dotato però di enorme sensibilità musicale. Il fatto di essere tutti sfigati d.o.c. consente loro, visto che talento c'è, di incarnare le ansie, le insicurezze e la disperazione di una generazione e, più in generale, di un età, quella dell'adolescenza, e di rappresentare tutti i freaks (i mostri, i diversi) e gli outcast (letteralmente i fuori casta, gli emarginati) di questo mondo. "Creep" diventa l'inno di chi ha più brufoli che capelli, di chi è appena stato mollato e di chi se si molla vuol dire che ha perso l'uso della mano, di quelli che se gli chiedi "ti piace il calcio?" ti rispondono "certo, adoro tutti i metalli alcalino terrosi, anche se il mio preferito è lo Stronzio"

Poi i 5 si evolvono dal suono pop-punk-rock alternativo della prima fase, verso un elettronica sempre più spinta funzionale al nuovo messaggio. Ora il tema, sempre di un allegria trascinante, diventa l'artificiosità e l'alienazione dell'asettico mondo del 2000. Un mal di vivere sintetico fotografato splendidamente dallo straziante ed irripetibile "Ok Computer", il disco perfetto al momento perfetto, in grado di raccontare un epoca, zenit di un percorso che abbraccia anche Kid A e Amnesiac, dischi seminali che testimoniano di una band nella massima fase creativa.

E qui casca l'asino (depresso). Il successo è enorme, i Radiohead piacciono a tutti trasversalmente ed i critici musicali si bagnano ad ogni nuova nota che esce dal sintetizzatore (represso) degli amici di Oxford (città uggiosa dove piove un casino).

Tutto è concesso ai nostri eroi, le divagazioni soliste di York sono salutate come un intimo e struggente canto del cuore (per la reale definizione di ciò che succede dopo l'ascolto leggere “Ragade” su Wikipedia italia) ed i nuovi album del gruppo vengono visti come splendidi equilibrismi sperimentali. 

Ma la realtà è un altra, la radio, per sua natura accessibile e comprensibile a tutti, si è trasformata in un enorme, complesso, cervellotico, mixer. La grandezza dei Radiohead era il riuscire a trasmettere pensieri profondi in modo semplice, l'essere un gruppo impegnato ed impegnativo, ma non impenetrabile, desideroso prima di tutto di comunicare.

King Of Limbs è l'opposto, un disco fatto dai Radiohead per i Radiohead, sperimentale ben oltre l'eccesso. Finto. Presuntuoso. Artificioso. Un esercizio di stile senza anima. 

Per chi, come me, si ricorda ancora la prima volta che si è perso, in una spiaggia di una calda sera d'estate, tra poliziotti del karma e androidi  paranoici, così veri e vitali nel loro non esserlo, sentire questo disco posticcio e arido è una pugnalata.

E la paura è che la deriva continui, perché tanto tra fan boy ed “esperti” tutto quello che fanno è rivoluzionario, tutto quello che fanno è genialoide, tutto quello che fanno è talmente avanti che fa il giro e si prende a calci in culo da solo.

Lo sfigatello di cuore ha avuto finalmente il successo che meritava, il problema è che è diventato un alternativo da salotto, pure un po' snob. 

Chissà se si ricorda ancora di quei nani e ballerine ai quali dava voce. 

Comunque son sicuro che padre Maronno ascolta i Radiohead.

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