Trattasi di problematica annosa, ampiamente dibattuta ma sostanzialmente mai del tutto risolta quella che è stata (ri)portata alla ribalta dalle quotidiane cronache trasversal/politiche delle ultime pruriginosamente agitate settimane: l’inaccettabile Invasione della (Nostra/Vostra) Privacy.

Gli hard-rockers Ratt (profetici?) né dibatterono largamente, ben 25 primavere sul groppone fà, in questo Loro secondo lascivamente scintillante lavoro: e nonostante ciò siamo ancora qùà impantanati, incartapecoriti, completamente abulici à sindacare se la supposta irruzione sia lecita, appropriata e/o tollerabile o meno a maggior ragione e nello specifico quando ci si trovi innanzi personaggi pub(bl)ici di un certo qual peso et spessore (che ci aggradi or not) nell’economia delle nostre già di per sé piuttosto vituperate esistenze.

Spiace assai perciò prendere mestamente atto chè non è stata suffic(i)ente neanche la folta pletora di acuminati riffs geometric-rock ivi contenuti per dirimere una volta per tutte la piccantemente irta quaestio: titoli assolutamente esaustivi in materia quali “You’re In Love”, “What You Give Is What You Get”, “Give It All” e la ficcante “Dangerous But Worth The Risk” pare, ahinoi, alcunché abbiano insegnato alle turgidamente infervorate parti in causa.

Tutta colpa di quel muflone del Zappadu: che si ausculti prima i Ratt la prossima volta (orcocan)!

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