Probabilmente non fanno pace con i fan ancorati ai sacrosanti "Radio Zombie", "Reset" e "Negrita" ma la band aretina giramondo con quest'ultimo album sicuramente ha rafforzato la linea tracciata in "Helldorado". Lo si avverte specialmente nella seconda traccia, "Fuori controllo". Il sound è molto vario e come al solito sono riusciti a sorprendere anche stavolta.

Dopo l'apertura con un ritmico "Junkie Beat" ci si trova subito di fronte i due singoli "Fuori controllo" e "Brucerò per te" sono dedicati uno a noi giovani e alla speranza che qualcosa in questo mondo cambi davvero, tramite noi, l'altra è un brano più lento, un pò trascinato, alla moglie che non se la passa per niente bene. Chi scrive ritiene che mai come in questo testo Pau, il cantante, abbia aperto davvero il cuore alla propria penna e il riff di piano che accompagna la base è suonata proprio da lui.

Seguono brani un pò meno rock ma pregni di significato morale ed emotivo, parlando della crisi globale dal punto di vista dell'uomo medio che ha un "aim" a parere di chi scrive non ben rappresentato dalla musica ("Immobili" è il brano). Meritano menzione "Il giorno delle verità" e "Splendido" (che riprenderò più avanti) per l'altro valore del testo ma soprattutto per la musica coinvolgente e perché torna a cantare il chitarrista Drigo che ci aveva lasciato con "Tutto bene" nell'album "L'uomo sogna di volare": in una fa un inno alla vita, nell'altra mostra tutto il suo calore ma sul finale una bella sorpresa attende l'ascoltatore.

L'enfasi del sound cala un pò fino alla scarna e Rolling Stone-style dedica alla domenica "Bonjour" per poi tornare con gli ultimi tre pezzi che a parere di chi scrive sono tra i migliori dell'album: "La musica leggera è potentissima", "Panico" e "Splendido". La prima merita il premio di miglior brano dell'album per la particolarità del sound che oserei definire "Global", vi possiamo infatti trovare l'elettronica, la dub, funk riecheggiante i Red Hot Chili Peppers e un ritornello urlato al mondo senza badare a metrica; il testo critica chi cerca di echitettarli a tutti i costi in un solo genere, cosa a cui sono sempre stati allergici.

L'entusiasmo oramai ripresosi continua a volare con la veloce "panico", brano a marcata componente punk da pogo sotto al palco che ironizza un pò sulla paura che oggi dilaga tra la gente per pandemia, terroristi e quant'altro, Il disco si chiude con "Splendido", brano che esordisce come ballad, cullata dalla voce di Drigo, fin che verso metà il batterista (che è ancora Cristiano Dalla Pellegrina, in veste di turnista eterno) spalanca le porte ad una maestosa conclusione di andante ritmo punk accompagnato da archi e voce di Drigo che racconta dell'inarrestabile impetuosità dell'arrivo dell' amore nella nostra vita. Brano che un giorno potrebbe sostituire MamaMaé per la chiusura dei concerti.

Per quanto riguarda la composizione potremmo dire che si sono divertiti nel senso che Pau suona il basso in ben 6 dei 13 pezzi; Drigo, lo stesso Pau e Mac (l'altro chitarrista) hanno trovato buone sonorità con sintetizzatore e sequencer, il che, aggiunto all'ingresso nel team del DJ John Type ha fatto si che tra gli ingredienti di questo ricco piatto ci fosse anche l'elettronica. Un buon album che come tanti va riascoltato svariate volte e col tempo si possono avveritire sonorità degli U2, il marcato suono raggae delle chitarre e tante altre contaminazioni che i Negrita riescono sempre a coinvogliare nei loro dischi. Buon ascolto.

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