Sono finiti. Non hanno più niente da dire. Si sono ammosciati. Stipe è invecchiato male. Qualcuno li aiuti.

Craig McLean del telegraph, 8 marzo 2008: "R.E.M. reborn". Ipocriti, tutti. Vorrei sapere certa gente dove andrà a rintanarsi adesso. Un conto è dire che "Around The Sun" fosse un disco discutibile; ci può anche stare, ognuno ha le sue idee. Ma massacrare a quei livelli e dare per spacciata una band che in più di vent'anni di carriera ha dato così tanto al rock no, non è giusto.

Adesso è arrivato "Accelerate". E basta poco per capire. Forse solo il primo minuto/minuto e mezzo di "Living Well's The Best Revenge". Un arpeggio, poi una schitarrata decisa e la voce finalmente rabbiosa di Stipe. Ma "Accelerate" non è un album "alla memoria dei tempi andati". I R.E.M. hanno veramente voglia di riattaccare il distorsore, e Buck torna protagonista assoluto. Il riff iniziale di "Supernatural Superserious" (titolo suggerito a Stipe da Chris Martin al posto di "Disguised") è fra le cose più accattivanti che la band abbia mai sfornato, ed il pezzo è già un instant-classic. "Man-Sized Wreath", così come "Mr. Richards" (commovente, splendida), unisce sapientemente il rock degli esordi all'approccio pop degli ultimi lavori, ed anticipa una "Hollow Man" che ha tutti i crismi per innalzarsi a status di classico della band, nonostante i due minuti e quaranta scarsi di durata. "Houston" è una ballad sporca e soffusa, la cosa più vicina al precedente "Around The Sun", ed anche "Sing Of The Submarine" (il bridge è incredibile, non sembra nemmeno provenire da un pezzo dei R.E.M.) mantiene toni più sussurrati rispetto al resto; è sicuramente il pezzo in cui Jacknife Lee (il nuovo produttore, qualcuno gli faccia un monumento) calca di più la mano a livello di sonorità. La title-track sfodera l'ennesimo grande riff di un Peter Buck in forma stellare, mentre "Until The Day Is Done" è una splendida ballad già nota ai fans, essendo già stata utilizzata per il documentario della CNN "Planet In Peril" andato in onda nell'ottobre 2007. Arriva poi "Horse To Water", due minuti e diciotto secondi di furia sonora che spazzerebbero via qualsiasi guitar band filo NME. "I'm Gonna DJ", già presentata dal vivo nel 2005 ed inclusa in "R.E.M. Live", chiude alla grande; potrebbe diventare una loro "Song 2".

C'è di che restare con le orecchie intorpidite per giorni. Incredibile. La quinta stella, per una volta, si appioppa volentieri; non tanto per qualità artistica, un quattro su cinque sarebbe più giusto. Ma per il coraggio della band di rimettersi in gioco, senza sfiorare neanche un secondo il patetico o il ridicolo. E le grandi canzoni non mancano sia chiaro.

"Se facciamo un altro buco nell'acqua, è finita". Tranquillo Peter, pericolo scampato. I R.E.M. sono tornati.

Per restare.

Tracce chiave: "Living Well's The Best Revenge", "Hollow Man", "Mr. Richards", "Sing For The Submarine"

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