Il disco più discusso, insieme ad "Around The Sun", della carriera dei R.E.M. è senza dubbio questo "Monster", lavoro in studio datato 1994; fu comunque un grande successo di pubblico (oltre 10 milioni di copie smerciate), ma la virata di Stipe e soci non convinse (e non convince) molto.
Folgorato dall'allora imperante movimento grunge, il combo di Athens decise di svoltare in direzione di sonorità maggiormente elettriche e alquanto grezze; il cambiamento fu visto da alcuni come una salutare sterzata e rinfrescata del suono del gruppo, mentre altri lo considerarono un'eccessiva strizzata d'occhio (e conseguente rimpinguata di portafogli...) all'allora "moda" dettata da Nirvana e simili.
La partenza forte è comunque assicurata, visto che i primi due pezzi ("What's The Frequency, Kenneth?", che con le sue chitarre graffianti è un classico del gruppo, e la ridondante ma piacevole "Crush With Eyeliner") sono di caratura assoluta. La prima caduta di stile arriva con "King Of Comedy", ammiccamento agli '80 invero decisamente tamarro; strano per uno stiloso come Stipe. La successiva "I Don't Sleep, I Dream" punta su una grande parte in falsetto di Michael, ma non incide; forse troppo forzatamente "viscida", finisce per stancare. "Star 69" smuove le acque col suo catchy rock ‘n roll e le cose si risollevano, perlomeno sul piano della monotonia di fondo che si sta creando traccia dopo traccia. "Strange Currencies" è l'unico pezzo che richiama i R.E.M. precedenti a quest'opera, un bel lento che non guasta, ma non è di certo all'altezza dei loro precedenti "numeri". "Tongue" è l'ennesima canzone iper-ammiccante alla Stipe, ed annoia quasi subito; "Let Me In", con la sua atmosfera elettrico-apocalittica è invece il capolavoro del disco, non a caso tra le preferite in assoluto dei fan del gruppo americano.
Gli altri pezzi, pur se moderatamente piacevoli, proseguono sulla falsariga delle atmosfere pseudo-grunge sopra descritte, ma non riescono proprio ad incidere (si stacca un po' dall'anonimato forse la sola, frenetica "Bang And Blame").
Un album che gli stessi componenti del gruppo attualmente considerano poco (spesso l'unica testimonianza di quest'album nelle scalette dei concerti è "What's The Frequency, Kenneth?"), ma che perlomeno è servito da tramite verso i grandi album successivi.
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Altre recensioni
Di NickGhostDrake
"Quando metti da capo una canzone ogni volta secondo me è amore. Quando la metti per la prima volta, è il primo amore."
"Monster fu il primo album che adorai perché era così giusto per me, tutte quelle chitarre che mi facevano impazzire."
Di Bleak
Avevano promesso un album rock, ed è di rock che si nutrono le tracce di questo ruspante e vigoroso album.
Potenza del rock, o potenza di una band capace di reinventarsi e rimettersi in discussione?
Di Lesto BANG
"Dire la propria sul sesso non è una scusa valida per pubblicare un album abbastanza noioso e granitico come questo."
"Monster è un album in cui l'argomento principale è il sesso e le sue perversioni ossessive."
Di StoneAgeWoof
Un disco arrabbiato, ma al tempo stesso giocoso e ammiccante, luminoso e tetro.
"Let Me In" è una toccante dedica all'amico scomparso Kurt Cobain, con immagini estremamente evocative ed un forte senso di inadeguatezza.
Di Rax
I Don’t Sleep, I Dream. Per me il punto più alto dell’album... Semplicemente stupenda.
Let Me In, dedicata a Kurt Cobain... il vocalizzo di Stipe a 30 secondi dall’inizio mi commuove.