Musicista e polistrumentista scozzese di Glasgow, attivo dagli inizi degli anni '90, noto per una produzione prolifica che fonde folk, sperimentazione minimalista e approcci lo-fi.

Dalle recensioni: vocalità con falsetto etereo paragonata a Robert Wyatt; approccio casalingo/home-recorded ma colto; mescola cantautorato e avanguardia; collabora con artisti come Makoto Kawabata e, come citato nelle recensioni, con Jandek.

Raccolta di recensioni DeBaser su Richard Youngs: emergono temi ricorrenti come il suo falsetto, l'approccio minimalista e la fusione tra folk e sperimentazione elettronica. Gli album discussi includono The Naive Shaman, Autumn Response, May e River Through Howling Sky. Testi apprezzano la dimensione intimista e la prolificità dell'artista.

Per: Appassionati di folk sperimentale, ascoltatori di musica lo-fi e chi cerca cantautorato d'avanguardia.

 Richard Youngs, attivo fin dagli inizi degli anni novanta, è una delle realtà più entusiasmanti che l'attuale panorama musicale possa offrirci.

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 Mi piace fantasticare sull'ascoltare il delay sulla sua voce così angelica, mentre io magari assaporo una pesca succosa.

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 Scopro che Richard Youngs è un chitarrista scozzese, ma suona anche molti altri strumenti, che è un icona dell’avant-folk cui piace giocare con l’elettronica, che fa dischi dagli inizi dei '90 sempre in costante ricerca e movimento e in bilico tra un certo sperimentalismo minimalista d’avanguardia e un approccio di chiare ispirazione folk-progressive, ma che si diletta anche con collaborazione ardite come quella con il chitarrista degli “Acid Mothers Temple”, Makoto Kawabata o con il padrino dell’avant-folk, il folle Jandek.

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 Scarno, scheletrico, essenziale, presente, toccante.

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