Robert ne fa 70. Buon compleanno ragazzo.

“Se prendo i biglietti e mi decido ad andare verresti con me al concerto di Plant?!”

“Certo, perché no, volentieri”

“...... no dai lo prendo e se me la sento vado da solo ... mi scazzo io...”

“Fai ciò che vuoi, perché me lo hai chiesto poi... mah....”

Mi conosce da un po’ la Contessa e quindi riesce ormai a comprendere le mie menate... le conosce quasi a memoria. Le bastano pochi secondi o uno sguardo per capire perfettamente come cazzo sono messo ogni giorno, ogni minuto.

Era tanto tempo che non vedevo un concerto (dall’inizio alla fine ancora di più). Qualche tentativo, più o meno fallito. I demoni - potete chiamarla ansia, attacchi di panico, disturbi nervosi o fobico ossessivi ecc ecc ecc, ormai uno psicologo dopo decenni mi fa una pippa proprio, lo esaurisco in due sedute - non mi danno tregua e, soprattutto in queste occasioni, danno il loro meglio. Sono favolosi, ti rompono il cazzo proprio li dove sanno puoi godere maggiormente. Giusto così, che demoni sarebbero altrimenti...

Stavolta parto. Con un caldo da delirio che amplifica le mie paure e fobie. Odio il caldo, sudare, i vestiti che si attaccano... mi danno un fastidio cane. Adoro il freddo.

Treno, macchina?! Il treno è un casino, vado in macchina. Guidare per l’ansia non è il massimo ma avere la tua auto è una via di fuga (eventuale) a disposizione molto efficace verso i demoni se si incazzano e se sto da culo.

La prima menata fortunatamente evapora nel nulla. Raggiungo tranquillamente l’ippodromo di Milano senza file in tangenziale, incredibile!

Un 15 minuti a piedi ad andatura veloce e arrivo davanti all’ippodromo.

Aprono alle sette. Già tanti inutili devastati in fila, ammassati ... la follia.

C’è un caldo porco, la gente beve, suda e puzza. “Vestita” in modo improponibile con canotte e bermuda... e ciabatte!!!....

Ciabatte??!! Zio porco ma sei al concerto di Robert Plant e sei in ciabatte?! Che poi le ciabatte sono l’emblema della schifezza estetica (e non solo!). Io neanche in casa o al mare... ma stiamo scherzando?!

Un tempo mi sarei ubriacato, ora non tocco nulla da due anni e mezzo... è il momento più duro, perché le attese sono, per me, devastanti. Odio le attese, mi sale tutto... I demoni hanno via libera, campo aperto.

Decido di mettermi di fianco alla fila, da solo, vicino ad un albero e attendere il segnale degli addetti per buttarmi tra la plebaglia. Sono troppo bello e ho troppa classe per stare lì in mezzo (i demoni non pregiudicano il narcisismo).

Sono in mezzo alla bolgia, che lentezza zio porco... tremore, tachicardia, respiro affannoso... tengo duro, provo... arrivo, entro... la fila non c’è più, spazi ampi, ognuno per i cazzi suoi... Favoloso.

Ora forse riesco a pensare al concerto. Non riesco ad essere contento davvero... però va bene ce l’ho fatta, sono qui e fra un paio d’ore suona il Vecchio.

Mi aggiro per il parco e noto subito che il pubblico richiamato dal Vecchio Dinosauro è veramente di ogni tipologia, soprattutto di tutte le età; dai suoi coetanei ai giovanissimi.

Mi riempie di orgoglio vedere tanti giovani con le magliette dei Led Zeppelin.

Le donne danno il meglio... ci sono quelle vecchie Signore che possono essere definite come le groupie dell’epoca per il Plant (quando "groupie" per il sottoscritto è nell'accezione positiva del termine e quindi un nobilissimo complimento alla faccia di tutti i bigotti falsi e viscidi), donne tra i 40 e i 50, in gruppetti come se dovessero andare ad un ritrovo, ad una festa, di quando erano adolescenti. Poi ci sono le giovanissime, con il moroso; in coppia a vedere colui che potrebbe essere loro nonno... belisim! Durante tutto il concerto queste nobili donzelle, sia attempate che fanciulle, ballano sempre... favolose!

Robert non ha si è mai atteggiato a rockstar dopo i Led Zeppelin. La sua carriera solista è sempre stata all'insegna dell'umiltà, del romanticismo, della tranquillità e della dolcezza d'animo. Il suo pregio più grande è quello di essersi calato, con la massima naturalezza, in una nuova dimensione.

Quante volte gli hanno chiesto perché non riunirsi, almeno per un disco e un tour. Alla faccia dei soldi e di tutte le conseguenze “positive”, Lui ha sempre detto no. I Led Zeppelin sono dentro di Lui ma, al contrario di Jimmy, Robert ha sempre guardato avanti. Da ragazzo lo “odiavo” per queste prese di posizione, col tempo ho capito e la mia stima per lui è infinita.

Mentre attendo l’inizio, ascolto e capisco che molti dei presenti lo hanno visto parecchie volte negli anni, lo seguono dove e quando possono. In effetti non sembra di essere in attesa di un normale concerto ma, piuttosto, di un evento che ti trasmetterà qualcosa di antico. Qualcosa da raccontare ai figli o ai nipoti, tanto è il bagaglio storico di vicende, leggende, racconti mitologici che questo vecchio Signore ti trasmette con la sua sola presenza, anzi solo pensando e ricordando.

Eccolo Robert, ore 21.00, perfetto, senza tirarsela. Se la tira il cretino che ne ha bisogno.... Lui è Robert Plant, la Storia e non ha bisogno di trucchi e pagliacciate per farsi notare o, peggio, desiderare.

In formissima il Vecchio, sinceramente non me lo aspettavo cosi. Tirato a lucido (per la sua età si intende), ti coinvolge da subito. Plant fa parte di quella ultima nobile pattuglia di "eroi" che se ne stra-fregano dell'industria discografica, del business, dei soldi, del successo. Forse perché se lo può permettere, Lui che tra i 20 e i 30 è stato un Dio del Rock... o molto più probabilmente perché è uno di quei pochi che ancora hanno cari valori come cuore, passione, classe, generosità d'animo.

Esce con i "suoi" The Sensational Space Shifter una magnifica band folk/blues che dal vivo rende ancor più che in studio. Tutto è perfetto, nulla è lasciato al caso. Bellissima atmosfera, pubblico carico senza deliri da sfigati, pronto ad accogliere le emozioni che il Vecchio ci trasmetterà.

Ho gli occhi chiusi, sto come aspettando che .... e parte una "The Lemon Song" che accende subito... tutto il possibile!

Ho già detto altre volte che penso che la voce di Robert sia più bella ora che in passato, che la sappia utilizzare molto meglio. Non ha ovviamente l'estensione di mezzo secolo fa, ma canta meglio, più cosciente dei propri pregi e dei limiti attuali. Sembra che tratti la sua voce ... come una figlia. Stasera poi, non è una mia impressione perché confermata da chi lo vede spesso, è particolarmente in forma.

Ammalia Robert, lo ha sempre fatto. Non è mai stato un frontman fisico (anche se una volta lo esibiva eccome il fisico, "pacco" compreso) ma carismatico. Non ha bisogno di correre in lungo e in largo come Jagger per far vedere che è in forma... Robert ti parla un attimo, canta... e ti cattura.

Scherza sul freddo (c'è un caldo schifoso!), scherza sull' essere in Europa, si prende in giro sui propri vocalizzi, sui propri acuti "femminili" (di una volta). Parla del blues, dei grandi del Blues (non capisco ciò che dice ma i nomi, quelli li conosco).

Ma che voce cazzo che ha ancora!

Io sono un novizio dei suoi concerti e quindi ho "paura"... vorrei ascoltare anche dei pezzi dei Led Zeppelin, ma non vorrei rimanere deluso...

La "Lemon Song" iniziale però mi fa capire, mi tranquillizza (oddio) e mi fa felice dentro. Robert sa benissimo di non poter fare i pezzi dei Led Zeppelin come li facevano Loro. Non ci sono gli altri tre, lui è vecchio ed ha un certo tipo di musicisti al fianco. Adegua i pezzi come meglio, penso, non potesse fare. Che classe Robert, quella non ti è mai mancata!

La band crea trame sonore stupende, un’amalgama di rock, blues, folk, ritmi tribali, atmosfere da deserto, suoni celtici... chitarre heavy, acustiche, tamburi, violini, mandolini... un po’ come l’ultimo, splendido “Carry Fire”, di tutto e con tanta qualità.

Tutto bello, molto bello ma inutile menarsela... tutti aspettano soprattutto alcuni di quei pezzi, quelli la. E quindi al boato iniziale per ogni pezzo segue come un ascolto quasi silenzioso, religioso, dove ognuno ricorda la propria vita, le grandi emozioni ed i sussulti avuti con quelle canzoni... un ascolto intimo, da conservare, da collezionare.

E allora eccole tutte rielaborate meravigliosamente. La mia adorata “Black Dog” è una magnifica coltellata allo stomaco, una versione splendida che tutti abbiamo cantato insieme, poi “Going To California”... qui mi sento una botta non so di cosa... decido di andare più in là nel pezzo di campo rimasto vuoto, di sdraiarmi, distrutto e stanchissimo, facendomi abbracciare dalle note di quella magica canzone.

“Gallows Pole” è quel tipo di pezzi folk tradizionali tanto amati dagli Zepp e da Robert e “Baby, I’ Gonna Leave You” è la successiva carrellata interiore di ricordi, un tripudio di emozioni unico, da groppo in gola, a dir poco.

Finito, devo alzarmi perché so che manca Lei, mi sento la farà ora nel canonico bis....

E con Lei DEVO essere in piedi. No, L’ ALTRA non la fa... fa parte di un altra epoca.

“Whole Lotta Love” è l’inno Zeppeliniano per eccellenza, il riff che invita tutti all’attacco, all’arrembaggio, un patrimonio di tutti. Brividi ovunque tutti a saltare e cantare quel ritornello che ti spacca cuore e cervello!

Tutti felici verso l’uscita, consci di aver assistito ad uno splendido concerto ma soprattutto di aver fatto parte di un pezzo di storia del rock per merito di quel bellissimo Vecchio.

Io sono stravolto, felice ma a pezzi.

Il ritorno sarà un inferno, ma arriverò a casa.

Mi dispiace per il nobile algol... ti avrei incontrato tanto volentieri ma non sarei stato affidabile e odio non mantenere promesse o accordi presi, all’ultimo. Spero in un’altra volta...

Dedico questa mia a tutti voi che “eravate la con me”, alle amate Contesse... e soprattutto a Catia che mi guarda da lassù e che, un pochino, sarà fiera di me.

“Thank you”

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