Il Rock di metà Settanta risulta essere nel complesso una grandissima giungla nella quale convivono insieme più generi come il Classic Rock, il Funk/Rock, l'Hard Rock di Led Zeppelin, Deep Purple e compagnia, il Progressive Rock di nomi del calibro di King Crimson, Genesis, Jehtro Tull, Emerson Lake & Palmer, Yes, Gentle Giant e tantissimi altri, mentre nel frattempo altri generi come il Pop, la Disco, ma soprattutto il Metal e il movimento Punk britannico stanno prendendo piede, preparandosi a diventare maturi con l'avvento degli Ottanta.

E in tutto questo calderone che posto viene riservato di preciso al Rock/Blues? Ebbene, il Rock/Blues tende ad "indurirsi" sempre più, come succede nel caso del nostro amico Rory Gallagher il quale, dopo i fasti dell' "Irish Tour '74" e di "Calling Card" del 1976, cambia di nuovo formazione, estromettendo il batterista Rod de'Ath e il tastierista Lou Martin, e tornando di nuovo al "power trio" degli esordi con Ted McKenna al posto di de'Ath alle pelli e il fido scudiero Jerry McAvoy al basso.

Con tale ensamble, nato dopo le prime infruttuose prove a San Francisco con conseguente spostamento della produzione in Germania, il buon Rory incide tra la fine del 1977 e l'inizio del 1978 quest'album chiamato inequivocabilmente "Photo-Finish" per il fatto di esser stato completato letteralmente in "Zona Cesarini" (in ben 11 ore circa), ossia appena appena in tempo rispetto alla "deadline" fissata dalla sua casa discografica di allora, la Crysalis Records (oggi sotto il controllo della Warner Bros. Records, per la cronaca).

Nonostante questo "tour de force", il risultato è comunque quello di un album che rispetta fedelmente il "credo musicale" del musicista di Ballyshannon: quello, cioè, di un sound a preminente base Blues/Rock cui vengono impiantati elementi Rock 'N' Roll e Hard Rock (con una punta persino di Southern Rock), tesi a renderlo ancor più potente e granitico.

Una prima prova tangibile di ciò l'abbiamo con l'iniziale "Shin Kicker", inno adatto ai Bikers di ogni genere e tipo, nel quale Rory, come suo solito, scalda decisamente la sua sei corde Stratocaster con un paio di assoli al fulmicotone.

La successiva "Brute Force & Ignorance" è, invece, un massiccio pezzo Rock/Blues, il cui testo si è ispirato a un concerto dei Sex Pistols che Rory e soci seguirono in quel di San Francisco, impreziosito dalla presenza in sottofondo di un mandolino suonato dallo stesso poliedrico musicista per l'occasione.

Con "Cruise On Out" il versante si sposta addirittura sul Rock 'N' Roll di Elvis Presley e soci con la sola differenza che qui i ritmi si fanno alquanto elevati, anche grazie all'ottima sezione ritmica offerta dal suo McAvoy-McKenna, che permettono al solito Rory di potersi esprimere nuovamente molto bene.

"Cloak & Dagger", che trae ispirazione da uno dei tanti "B-movies" sui detectives amati dallo stesso Rory, è un altro pezzo Rock/Blues roccioso di ottimo livello.

In "Overnight Bag" viene fornito un altro spaccato della solitaria vita "on the road" di Rory con un sound melodico, ma anche questa volta decisamente molto ben azzeccato.

"Shadow Play" è, invece, uno dei cavalli di battaglia live dello stesso Rory che qui, mettendo in mostra la propria identità "un po' da Jekyll, un po' da Mr.Hyde", come recita un verso della canzone stessa, sfodera un Hard Rock brillante ed incisivo per circa 5 minuti e mezzo di durata.

In "The Mississippi Sheiks" il funambolico irlandese decide di rendere omaggio all'omonimo celeberrimo duo Blues di Walter Vinson e Lonnie Chatmon, impiantando anche qui un sound durissimo sound Rock/Blues con la "slide guitar" assoluta protagonista a conferirgli sonorità tendenti al Southern Rock di ZZTop e soci.

"Last Of The Independents" è altro pezzo Hard Rock con accenti Rock 'N' Roll rapido quanto incisivo, ispirato a una storia di crimine tanto cara all'irlandese, ma che può essere tranquillamente riferito anche all'atteggiamento proprio di Rory "da ultimo degli indipendenti" della sua generazione musicale.

La conclusione è affidata alla stupenda ballata Rock/Blues di "Fuel To The Fire" che in alcuni passaggi, specialmente nello spettacolare assolo a metà brano, potrebbe assomigliare a un Hendrix qualsiasi per come la sua chitarra in questo caso svisa e si destreggia alla grande.

Nella versione ri-edita nel 2018 abbiamo, infine, altre due Bonus Track come il veloce Hard Rock di "Early Morning" e l'ennesimo episodio Rock/Blues con accenti Southern di "Jukebox Annie" che nulla aggiungono né tantomeno tolgono a un album che può esser considerato di diritto uno dei migliori in ambito Rock di quel periodo, senza discussione alcuna.

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