Ci siamo: il momento supremo è giunto.

Il grande sciamano, l'espressionista della voce, il bardo della palude melmosa è tornato. No, non si tratta di Paolini, o Corona, ma di uno dei più siginificativi artisti dell'era musicale contemporanea (e non è né un'iperbole, né un'esagerazione): Scott Engel, ovvero Scott Walker. L'ex-enfant prodige della boy band ante-litteram, The Walker Brothers, Hippy-yè-yè - Beatlesmania-ragazze urlanti-ciuffobanana-coriperfetti-orschestrasognante prima, bel-tenebroso-franksinatra-umbratilejaquesbrel-conammennicoliorchestraliLygetiani, poscia, poi il nulla cosmico, la ricerca di sé, lontano dalle luci della ribalta per coniare, scolpire un suono, dapprima con la voce espressionista, impressa nel finto ritorno dei Walker Bros, "Nite Flights", in cui quattro superbe composizioni ("Shutout", "Fat Mama Kick, "Nite Flights", "The Electrician") si stagliano al di sopra del pop-rock, disintegrando lo zucchero e miele dei due restanti finti fratelli Walker, riconsegnandoci quello che, ad oggi, è ormai artista di culto (chiedere a David Bowie, Jarvis Cocker, Damon Albarn, per credere). Poi, da lì in avanti, gli algidi, impenetrabili, perfetti, cristallini, "Climate of Hunter" (1984), "Tilt" (1995), "The Drift" (2006), "Bish Bosch" (2012). Opere totali, la cui comprensione, assimilazione e, di conseguenza, apprezzamento, richiede tempo, pazienza e dedizione.

Ma una volta trovata la chiave di volta, si resta inebriati, purificati, sfamati e dissetati per eoni. Logica prosecuzione di questa mirabile parabola musicale, la collaborazione con il duo drone-metal Sunn O))) che risponde al nome di "Soused": quattro lunghe composizioni, scritte dal maestro con il duo monolitico in testa, le cui bordate chitarristiche non rubano la scena, ma fungono da perfetto mélange al recitato-cantato di Walker, che , anzichè ricalcare i clichè apocalittici dei suoi ultimi lavori, rinasce a nuova vita, risultando addirittura più accessibile a chi non è avvezzo a tali sonorità.

Chiude il programma la superba "Lullaby", prestata a suo tempo, (precisamente nel 2000) alla divina Ute Lemper, nel mirabile "Punishing Kiss".

Il genio non abbisogna di ulteriori spiegazioni o descrizioni superflue.


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