Selah Sue, al secolo Sanne Putseys, ha una particolarità ben precisa che tutte le altre (e tutti gli altri) performers non possiedono, ovvero l'essere nata lo stesso giorno, mese e anni del sottoscritto. Convenevoli anagrafici a parte, la quasi ventiquattrenne belga senza fronzoli, paillettes e velleità euforiche ha già conquistato una buona fetta di mercato europeo con il debutto omonimo del 2011 e la manciata di singoli estratti, in primis Raggamuffin. La proposta di Selah, attualmente ancora priva di un seguito che ne possa confermare le doti e il successo conquistato con l'esordio, si radica profondamente in un pop acustico-tradizionale dalle forti venalità soul, R&B, reggae e rock, ponendosi a metà strada fra il pop-rock più radiofonico e orecchiabile e il groove dark e un pizzico languido-depressivo-oppressivo à la Amy Winehouse. Selah Sue è dunque un disco semplice e immediato, un connubio vigoroso fra una vocalità notevole - sebbene ancora un po' acerba, graffiante e grezza per competere anche lontanamente con le grandi dive soul-rock - e un accorato ed effettivo uso della strumentazione musicale che funge da gradevole iniziazione artistica per un'interprete acqua e sapone mascherata da folletto belga acoustic-pop.

La sinossi dell'opera non può che partire dal singoletto Raggamuffin, orecchiabile e catchy brano funky-rock con fragrante reggae-folk che sembra ricordare i primi lavori della britannica Lily Allen. La proposta prosegue con l'altro estratto Crazy Vibes, un raffinato mix Rhythm&Blues-folk sotto l'egida comune di un mood funk, per poi insinuarsi nel pieno del soul vecchia scuola con Please, presentato in coppia con Cee-Lo Green del duo Gnarls Barkley, e nella malinconia guitar acustica di Summertime e Mommy. Arricchiscono il curriculum di brani anche l'R&B con infiltrazioni ghetto di Black Part Love, l'hip hop alla Macy Gray di Peace of Mind, l'eredità della Winehouse in This World e il semplice reggae per Crazy Sufferin' Style.

Acustico, ispirato, sincero, variamente umorale, mood parabolico, ottimo sposalizio voce-strumento: così si presenta il debutto di Selah Sue, una delle roccaforti della musica non artefatta e contaminata. Ciò che tuttavia manca a questa simpatica manciata di canzoni a metà strada fra tradizione e revival è una ancora imprecisa impostazione vocale che, come già sottolineato, impedisce - seppur non nettamente - l'apoteosi dell'antichissimo, seminale e iper-ancestrale binomio fra corde vocali e strumentazioni. In attesa di un secondo album in studio che possa confermare le buone intenzioni del primo, non rimane altro che assaporare uno degli ultimi scogli felici del pop "di una volta".

Selah Sue, Selah Sue

This World - Peace of Mind - Raggamuffin - Crazy Vibes - Black Part Love - Mommy - Explanations - Please - Summertime - Crazy Sufferin Style - Fyah Fyah - Just Because I Do

Elenco tracce e video

01   This World (04:45)

02   Peace of Mind (04:03)

03   Raggamuffin (02:40)

04   Crazy Vibes (03:48)

05   Black Part Love (04:03)

06   Mommy (03:37)

07   Explanations (02:47)

08   Please (feat. Cee-Lo Green) (05:05)

09   Summertime (04:41)

10   Crazy Sufferin’ Style (04:08)

11   Fyah Fyah (04:02)

12   Just Because I Do (02:53)

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